Forte dei Marmi, 13 marzo 2015 - Truffa aggravata. E’ il reato che vede indagato dalla procura di Rimini il titolare di una delle più note gioiellierie di Forte dei Marmi. L’inchiesta ruota intorno alla tax free, vale a dire sulle vendite di beni, in questo caso di lusso, in regime di esenzione di Iva. Fatte, nel caso specifico, da cittadini (soprattutto cittadine) russi. Il sospetto degli inquirenti però è che i costosi orologi, anelli e orecchini acquistati dai clienti non siano mai usciti dall’Italia, oppure che i clienti in questione non fossero i reali destinatari della merce. L’inchiesta, su cui c’è il massimo riserbo, è ancora alla prima fase, ed è condotta direttamente dall’Ufficio delle Dogane di Rimini.
Da tempo i funzionari stanno mappando i percorsi dalla vendita fino ai destinatari, dal momento che l’esenzione dall’Iva prevede che l’acquirente sia un cittadino extracomunitario nel nostro Paese per turismo o con un permesso temporaneo, e che faccia uscire il bene personale che ha comprato. Certificazione che viene data con un timbro sulla fattura dell’oggetto al momento della partenza. Ed è stato incrociando i dati tra gli acquisti fatti in esenzione di Iva e alcuni clienti che dicevano di andare in Russia che gli investigatori delle Dogane hanno riscontrate delle anomalie: alcuni di questi non partivano affatto. Andando a vedere più da vicino, hanno scoperto anche che molti dei loro timbri messi sulle fatture erano stati falsificati, mentre in altri casi ne era stato utilizzato un tipo che non era più in dotazione.
Attraverso quelle fatture sono risaliti al commerciante, scoprendo che si trattava del titolare di una delle più importanti gioiellierie del Forte. Il commerciante è tenuto a chiedere il passaporto, e alcune fotocopie di questi documenti sarebbero state trovate nell’attività commerciale. Ma per gli inquirenti non tutte le persone che si sono presentate a comprare i gioielli erano quelle riportate sul documento. Magari vivono in Russia e qualcuno ha comprato per loro, e in questo caso non potrebbe scattare l’esenzione dall’Iva. Sono 17 le persone indagate (alcune anche per contraffazione di sigillo e falsa certificazione), in gran parte russe.