Daniele Masseglia
Cronaca

Scalatore morto sul Pizzo delle Saette. Strazio al rifugio ‘Del Freo’: "Era qui per darci una mano"

Il giovane scalatore aveva risposto a un annuncio del Cai di Viareggio. "La teleferica è rotta, lui portava il cibo salendo dall’Antro del Corchia"

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Lucio Montanarini avrebbe fatto ritorno a casa mercoledì prossimo

Stazzema (Lucca), 18 agosto 2024 – Lucio Montanarini conosceva bene la Versilia e le sue montagne. Le amava così tanto che quando ha letto l’annuncio del Cai di Viareggio, bisognoso di aiuto a causa della teleferica rotta, non ci ha pensato due volte. Il giovane scalatore ha lasciato la sua Pegognaga, nel mantovano, ha preso le ferie (lavorava all’Eni), e si è fiondato al rifugio “Del Freo-Pietrapana“ di Mosceta, di proprietà della sezione Cai e gestito dal ’98 da Stefano Frasca. Era venuto appena 4-5 giorni fa e mercoledì avrebbe fatto ritorno a casa. La sua passione e generosità resteranno un esempio per tutto il rifugio.

"Abbiamo problemi a rifornire il rifugio di viveri – spiega Frasca – a causa della teleferica rotta da un anno. Per questo il Cai ha messo un annuncio su Facebook appellandosi a chi avesse voglia di portarci su il cibo, in cambio di vitto e alloggio. Lucio ha risposto e accettato con entusiasmo. In pratica lasciava l’auto giù all’Antro del Corchia, dove parte il sentiero n.9, e si faceva un’ora di salita, caricandosi sulle spalle uno zaino da 20 chili pieno di viveri. Lo faceva una volta al giorno, in un caso anche due volte, oppure un giorno sì e uno no, a seconda delle esigenze. Il resto del tempo lo passava dedicandosi alle escursioni". Ignaro, purtroppo, che quella di venerdì per lui sarebbe stata l’ultima. Non vedendolo tornare all’orario prestabilito (intorno alle 19,30), Frasca ha chiamato i soccorsi e tutti insieme, al “Del Freo“, hanno sperato arrivassero buone notizie.

"La montagna è sempre delicata da affrontare – prosegue – in particolare il Pizzo delle Saette. Non sappiamo cosa sia successo, in quei casi basta un attimo. Posso solo dire che ci dispiace tantissimo e che ci auguriamo non abbia sofferto, che sia stata insomma una cosa istantanea. Ci conoscevamo da pochi giorni ma c’era già molta sintonia. Lucio conosceva bene le Apuane, veniva qua anche in inverno ed era davvero in gamba. In 26 anni di gestione ho assistito a una ventina di tragedie simili ed è già triste quando qualcuno passa dal rifugio anche solo per un caffè e poi veniamo a sapere che poche ore più tardi ha perso la vita. Con Lucio è ancora peggio perché lo consideravamo uno di noi, ci ha toccato molto da vicino. Un grosso abbraccio ai genitori e al fratello, che sono partiti venerdì sera e come noi speravano nel miracolo".