"Potete scendere dal mio scooter?”, e il branco lo massacra di botte

Ancora in corso le indagini sull’aggressione al 17enne viareggino sulla Terrazza. Il ragazzo finito all’ospedale con diverse fratture è stato dimesso ieri.

Sabato sera il ragazzo si trovava sulla Terrazza della Repubblica quando è sttao aggredito all’uscita di un bagno

Sabato sera il ragazzo si trovava sulla Terrazza della Repubblica quando è stato aggredito all’uscita di un bagno

Viareggio, 17 settembre 2024 – "Scusate, devo andare via, potete scendere dal mio scooter?". Sarebbe questa la frase che ha fatto scattare la reazione violenta di un gruppetto di giovani di origine marocchina, ma da anni residenti con le rispettive famiglie in Versilia, contro il 17enne viareggino finito sabato sera all’ospedale con un trauma cranico-facciale, la frattura del naso e un occhio compromesso. Quel gruppetto che stava passando la serata proprio sullo scooter del ragazzo prima ha versato la birra che stavano bevendo sul motorino e poi avrebbe cominciato a colpire l’adolescente e l’amico che era con lui. Non paghi di essere già in superiorità numerica, hanno chiamato ’’rinforzi’’. Così, alla fine, a colpire i due ragazzi viareggino erano almeno una decina.

Un’aggressione rapida, avvenuta sotto gli occhi increduli di alcuni testimoni che hanno immediatamente chiamato le forze dell’ordine. Tra i primi ad arrivare gli agenti della polizia municipale, ma anche le Volanti del Commissariato di Viareggio che hanno poi assunto il coordinamento delle indagini. Sul posto anche l’automedica e un’ambulanza del 118 che dopo avere prestato le prime cure ha condotto il 17enne al “Versilia“, dove i sanitari di turno ne hanno disposto il ricovero al all’Osservazione Breve Intensiva del Pronto Soccorso assistito, oltre che dal personale medico e infermieristico, anche dai familiari. Ma già nella giornata di ieri il ragazzo è stato dimesso.

Nel referto, come anticipato, si evidenziava un trauma cranio-facciale con frattura del naso e un interessamento dell’occhio. Particolarmente importanti per ricostruire quanto accaduto sono state le prime voci di testimoni oculari raccolte direttamente sul posto, ma altre indicazioni di conferma sarebbero arrivate anche dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti anche sulla Terrazza della Repubblica e al confine con il fosso dell’Abate. Il ragazzo, infatti, era uscito dal Bagno “Aloha“ dove aveva passato l’ultimo fine settimana prima dell’inizio del nuovo anno scolastico insieme ad un gruppo di amici. E stava, appunto, recuperando il proprio scooter quando è incappato nel gruppetto di italo-marocchini. Due parole, la richiesta di scendere dal suo motorino e si è accesa la miccia della violenza.

Gli investigatori stanno cercando di capire se la “banda“ volesse impossessarsi dello stesso scooter odi altri oggetti di valore, a cominciare dallo smartphone, del ragazzo. E proprio grazie alle informazioni raccolte gli investigatori sarebbero sulle tracce degli aggressori. Non sarebbe la prima volta che gruppi di questo genere portino a termine ’’rapine’’ sia a Viareggio che nel resto della Versilia. Diverse ’’batterie’’ (con tutto il rispetto per la mala di un tempo che fu) agiscono con disinvoltura sul territorio. E, specialmente al confine con Lido di Camaiore, come testimoniano i numerosi casi registrati negli ultimi mesi, sfociati in comportamenti violenti e richiami di ragazzi e genitori al Comando della Polizia Municipale di Camaiore, come raccontato dal comandante, Claudio Barsuglia. Al di là della fossa dell’Abate, infatti, ci sono attive diverse bande che si sono rese protagoniste di risse e aggressioni negli ultimi tempi.

Quello della violenza giovanile, dilagata dopo la fine della pandemia, è uno dei tempi sul tappeto non solo a Viareggio, ma anche in altre città italiane a cominciare da quelle confinanti, come raccontano le cronache che arrivano da Lucca, da Pisa, Massa, ma anche da Livorno e Firenze per restare in Toscana. Un fenomeno che interroga non solo dal punto di vista dell’ordine pubblico, ma anche e, soprattutto, sul fronte socio-culturale.

Marco Principini