di Enrico Salvadori
In questo fine settimana avrebbero compiuto entrambi ottant’anni. Due miti della musica italiana, due personaggi indimenticabili. Lucio Dalla (nato il 4 marzo 1943, il titolo di un suo capolavoro) e Lucio Battisti (venuto alla luce il giorno dopo) sono sempre circondati dall’affetto di tutti noi perché hanno segnato un’epoca. Li vogliamo ricordare in momenti versiliesi che fanno parte di carriere costellate di successi. Lucio Battisti fu protagonista di pochissimi concerti live. Sergio Bernardini lo avrebbe voluto sia alla Bussola che a Bussoladomani ma non ci riuscì. Già partecipare a Sanremo o solamente al Cantagiro per il cantautore di Poggio Bustone era un problema. Il palco lo terrorizzava ma in Versilia e alla Bussola ci arrivò…a cavallo. Estate 1970. Battisti, con Giulio Rapetti in arte Mogol suo grande sodale artistico, parte in sordina all’ alba di un giorno di metà giugno: nessuna pubblicità sui giornali, anche se la coppia aveva già avuto un grande successo con il primo album di Lucio. L’obiettivo era raggiungere Roma a cavallo partendo da Milano. Nei trentacinque giorni che sarebbe durata quell’ avventura, Mogol e Battisti avrebbero potuto contare soltanto su un’auto al seguito con i viveri e l’ indispensabile per cucinare qualcosa di caldo. E per tutti i 650 chilometri, Pinto e Ribatejo, i due loro cavalli, non sarebbero mai stati cambiati con altri animali. I cavalli batterono sentieri di campagna toccando Pavia, Borgotaro, la Cisa fino a Sarzana. È il 17 giugno e a tarda sera i due arrivano a Marina di Carrara. Sta per iniziare la semifinale del Mondiale: Italia-Germania. Sarà l’indimenticabile 4-3 che fece la storia. "Ricordo come fosse ora – dice Mogol - quando legammo i cavalli fuori di un bar sul lungomare per seguire la partita. Entrammo con i cappelli che sembravamo due cowboy, ma come potevamo perderci quella mitica partita". I due musicisti vennero accolti dagli avventori, alcuni dei quali li riconobbero. Fraternizzarono per la vittoria e poi andarono a dormire nei sacco a pelo.
Il giorno dopo il passaggio in Versilia. La sosta alla Bussola, il saluto a Bernardini e poi di nuovo in sella, per un viaggio che era ancora lungo. Toccò la costa livornese con tappa a Castiglioncello, la Maremma e l’alto Lazio sulle strade poderali bianche. Infine l’arrivo a Roma immortalato dalla foto di Mogol e Battisti stravolti ma felici, davanti al cartello che annunciava a Città eterna. Al ritorno Lucio e Mogol, ancora con impresse nella mente quelle immagini, scrivono “Emozioni”. Un capolavoro.
Come i tanti scritti da Dalla che al Piper di Viareggio si è esibito più volte. E al pomeriggio o il giorno dopo lo show se non aveva un’altra data si divertiva a fare il bagno concedendosi qualche ora in spiaggia sia negli stabilimenti balneari di Ponente che di Levante. Bella la sua collaborazione con il Festival Pucciniano: nel 2009 la sua “Tosca-Amore disperato” fu in cartellone. "Portare la mia opera a Torre del Lago – aveva dichiarato Lucio Dalla a Torre del Lago – qui nel luogo natale dell’opera pucciniana, dove ogni cosa è intrisa dell’anima di Puccini è una sorta di provocazione pensata con l’ambizione di fare da trait d’union tra tradizionale e modernità".
E l’orchestra del Pucciniano la presentò anche in Arena a Verona. Lucio ha cantato alla Bussola ma nella storia è rimasto un suo concerto al tendone di Lido di Camaiore, datato 1979, registrato e trasmesso dalla Rai. Bussoladomani era in quel momento l’unico luogo dove si registravano produzioni dell’emittente di Stato che non fossero negli studi di Roma. Con Lucio sul palco di Bussoladomani anche Ron con il quale duetta in ‘Cosa sarà’ mentre con Marco Nanni (che è stato suo bassista ma ha suonato anche negli Stadio e negli Skiantos) interpreta ‘Ma come fanno i marinai’. Il concerto si chiude con ‘L’anno che verrà’ e 4 marzo 1943. Da quel giorno, la sua nascita, sono passati esattamente ottant’anni.