Come si arreda una casa vuota e come si arreda una casa vuota sogno ancor più grande di chi ha una vita in salita, di chi vive il disagio economico e magari arriva da un paese straniero? La soluzione a Viareggio è in una parola: "Babordo" termine marinaresco e del resto non poteva essere diversamente per un territorio che ha nel mare il proprio habitat naturale. "Babordo" è un capannone a Bicchio, che è sede del riciclo solidale, una catena di solidarietà e di grande cuore che coinvolge, con ruoli diversi, il Comune, Icare, Sea, Caritas e "Ascolta la mia voce", associazione di volontariato con sede madre a Lucca. Babordo, nasce in città quattro anni fa. Ha il volto dei volontari Caritas: Marco Filippi, Marco Bertuccelli, Pietro Stefanini e Gloria Zappelli, che in giorni e orari stabiliti sono Bicchio dove donano il loro tempo e dove sono "architetti morali" delle case assegnate a chi ha bisogno di una nuova possibilità di futuro. Case popolari: dietro ogni assegnazione c’è una storia, una famiglia. Marco Filippi è in contatto con i centri ascolto Caritas delle parrocchie che sono il filtro per le famiglie da seguire.
"Non siamo svuota cantine con tutto il rispetto di chi fa questo mestiere: arrediamo case di chi vive il disagio economico, ma vuole una opportunità. A noi arrivano i documenti che attestano la situazione e il nostro valore è la dignità. Chi vuole donare mobili e tutto il necessario per una casa ci contatta, lascia a piano terra gli oggetti smontati che portiamo nel capannone dove è come se rinascessero per arredare una nuova casa. Mobili adattati a case e famiglie. Siamo in 4 e ognuno ha il suo ruolo" spiega Marco Filippi mentre risponde al telefono per una segnalazione.
Come scegliete i mobili? "Dignità e rispetto sono i criteri nel recupero dei mobili e degli oggetti". E’ sufficiente uno sguardo: nel capannone non ci sono mobili o oggetti di scarto, ma dignità e bellezza materiale e morale vanno a braccetto coniugando la parola solidarietà.
Siete custodi morali di tante storie? "E’ vero, il rapporto che nasce tra noi e la famiglie italiane e straniere che seguiamo diventa anche un rapporto di amicizia che in alcuni casi dura nel tempo. Non tutte le storie sono uguali. Sono rapporti delicati e complessi nei quali entrare in punta di piedi. Tra tante storie una in particolare mi è rimasta nel cuore e riguarda una famiglia senegalese portatrice di valori e sentimento. Può sembrare retorica ma fa bene all’anima donare dignità e speranza a chi ha bisogno di un’altra possibilità. Non è facile, ma ce la mettiamo tutta", racconta Marco Filippi, impegnato anche nella parrocchia Don Bosco.
Marco Filippi, Marco Bertuccelli, Pietro Stefanini, Gloria Zappelli hanno un denominatore comune: credono nella forza della solidarietà e nel vecchio proverbio proverbio "L’unione fa la forza", l’unione, la voglia di sentirsi utili crea una sorta di Dna morale che permette di essere utili alla comunità ognuno con le proprie caratteristiche e valori.
"Il riciclo solidale serve a dare una nuova anima agli oggetti, una speranza a chi utilizza gli oggetti che vengono donati. La collaborazione con il Comune è fondamentale, il capannone era il deposito dei farmaci", spiega Marco Filippi che guida il furgone con il quale si sposta in città.
"Il gasolio costa, ma in qualche modo riusciamo ad andare avanti", la forza del cuore e dell’amore supera barriere e ostacoli.