
Gli effetti del caro-vita. Libri, zaini e astucci. È caccia all’usato che fa bene al pianeta
Tra le pratiche che stanno prendendo sempre più piede tra le famiglie martoriate dal caro-vita, c’è quella del riuso. Dalle app per rivendere i vestiti smessi ai portali di compravendita di mobili che non si usano più, l’idea di destinare a una seconda vita i nostri oggetti – con un piccolo ritorno economico, ça va sans dire – stuzzica la mente dei più.
Vale anche per il materiale scolastico, in particolar modo i libri di testo. La pratica ha un duplice vantaggio: da un lato si riducono gli sprechi; dall’altro le famiglie riescono a rientrare delle spese sostenute, che ogni anno si aggirano sui 300 euro a figlio. Per questo, in vista del nuovo anno scolastico, molte famiglie versiliesi hanno già iniziato a vendere i testi di cui non hanno più bisogno. Non solo: se fino a poco tempo fa la pratica era concentrata a cavallo tra agosto e settembre, quest’anno i primi annunci di vendita dei libri sono comparsi già nel mese di luglio. L’aumento registrato è del 33 per cento rispetto al 2022.
È in questi giorni, però, che si registra un aumento esponenziale delle compravendite di libri usati. Tante famiglie si muovono sui binari delle conoscenze, ereditando i libri dai parenti o comprandoli dagli amici. Ma anche sul piano degli annunci aperti, rispetto a una settimana fa l’incremento è stato del 161 per cento.
La pratica, si diceva, fa bene al portafogli. Ma pure al pianeta: l’acquisto di libri nel 2022 sulla piattaforma Wallapop ha contribuito a evitare l’emissione di 1.396 tonnellate di Co2 e a salvare 17,3 milioni di euro di costo ambientale, che basterebbero a riforestare 8.115 ettari di terreno. Comprando libri usati, inoltre, gli utenti hanno contribuito a risparmiare 49 milioni di litri di acqua. E con l’aumento del costo del materiale scolastico, sono aumentate le ricerche anche per zaini di seconda mano (+89%) e astucci (+51%).
RedViar