Tagliati fuori dal rione e anche dalla possibilità di far festa insieme al quartiere e alla città. Col divieto di fare aggregazione e dunque musica all’esterno del locale, e costretti a chiudere l’attività, e cessare la somministrazione, insieme al “Mi’ riordo...“ (canzone che storicamente chiude le danze). Fa discutere l’ordinanza sindacale recapitata dalla Municipale ai pubblici esercizi che insistono all’interno del perimetro delle feste rionali (quest’anno proposte da Vecchia Viareggio e Croce Verde, riunite nel Rione Storico, poi Marco Polo e Darsena) e nel raggio di duecento metri dalla transenne che ne delimitano i confini. Nata, già lo scorso anno, con l’obiettivo di garantire la sicurezza pubblica durante gli eventi; e l’ordine durante il deflusso dei partecipanti a conclusione delle feste di strada.
A sollevare il caso, con un post su Facebook, è stato Simone Simonini, titolare del bar H2NO, che in vista del Carnevale aveva organizzato un calendario di iniziative di intrattenimento con musica dal vivo, in pieno stile carnevalesco. Ma il suo bar di via Garibaldi, pur fuori dal circuito della festa, dista un centinaio di metri dalle barriere di via Veneto che chiudono il percorso dedicato al Rione Storico – al debutto questa sera fino a domenica, e poi in replica dal 21 al 23 febbraio, per finire giovedì grasso, 27 febbraio – e che dunque, per quelle date, ricade nelle prescrizioni imposte dall’ordinanza.
Di fatto "Ci viene negato – ha scritto Simonini – di fare serate con musica durante metà del periodo di Carnevale, ma anche di poter servire bene i nostri clienti seduti ai tavolini esterni. E dunque, a noi che siamo nei duecento metri nel raggio del rione e che paghiamo le tasse 365 giorni all’anno, ci viene impedito di sviluppare il nostro lavoro". "Mi chiedo – prosegue Simoni – se per un’attività a 250 metri dal perimetro della festa rionale, oppure altrove, che invece può fare intrattenimento, i problemi di gestione pubblica non siano identici". "Il Carnevale – insiste – è da sempre una boccata di ossigeno, per le attività, in un periodo commerciale morto dell’anno. Se anche questo ci viene negato è difficile poter immaginare un futuro in un centro già sfigurato da seconde case vuote, fondi sfitti, un mercato settimanale sempre più vuoto".
Da questa riflessione, condivisa sui social anche con il sindaco Giorgio Del Ghingario, la speranza che l’ordinanza sindacale possa essere rivista e corretta. Richiesta a cui si aggrega anche Andrea Bianchi, titolare del “Let It Beer“ di piazza Manzoni, che condivide le stesse restrizioni. "Il vincolo imposto ai locali che rientrano nel perimento dei 200 metri è una cosa insensata, chi è a 210 metri può fare come gli pare e chi è a 190 deve sottostare a regole restrittive molto penalizzanti..." Restrizione che "Non mi consentono – conclude – nemmeno di restare aperto dopo il rione per semplici consumazioni, in completa tranquillità".
Mdc