MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

"Grazie a lui la verità sulla strage". La città piange il professor Toni

È stato consulente della Procura nel processo del disastro ferroviario: "Uomo di scienza ed esempio di coraggio"

In quell’alba tragica del 30 giugno 2009, quando Viareggio si svegliava ferita dal fuoco, il professor Paolo Toni si trovava in Spagna, dove aveva appena terminato una consulenza su un deragliamento avvenuto sulle linea della Metropolitana di Madrid. E proprio quel giorno, con le cisterne cariche di Gpl ancora sui binari roventi, la via Ponchielli devastata, la ricerca dei corpi sotto le macerie, la corsa dei feriti negli ospedali di mezza Italia, venne chiamato dal Pm Giuseppe Amodeo che, insieme al collega Salvatore Giannino, aprì il fascicolo d’indagine per disastro ferroviario. La Procura Lucca, allora diretta da Aldo Cicala, cercava un consulente eccellente che potesse accompagnarla nella ricostruzione dell’incidente, avvenuto la notte procedente, il 29 giugno, alle porte della stazione. E lo trovò nel professor Toni. E lui, docente di ingegneria meccanica all’Università di Firenze, originario di Follonica ma residente a Pisa, accettò l’incarico; diventando un pilastro tecnico della pubblica accusa nel lungo processo.

All’epoca aveva sessantacinque anni, e un immenso patrimonio di conoscenze che aveva sempre unito ad una profonda onestà. Ieri, all’alba degli ottanta, il professor Toni si è spento. E Viareggio piange "uno dei suoi" dice, oggi, chi ha lavorato al suo fianco.

Perché per Viareggio – insieme alla Procura di Lucca, agli esperti della squadra Polfer, ai tecnici dell’Asl – il professor Toni si è impegnato nel lungo percorso necessario a far emergere la verità su quella notte, studiò a lungo per chiarire le cause che avevano determinato il deragliamento del treno merci, lo squarcio della prima cisterna carica di gas, e l’esplosione di fuoco che ha inondato le case all’ombra della ferrovia, e dunque per ottenere la giustizia che si doveva alle 32 vittime della strage.

Per questo, un anno fa, in occasione del quattordicesimo anniversario del disastro ferroviario, l’associazione “Il mondo che vorrei“ decise di invitare il professor Paolo Toni a Viareggio, e di premiarlo con una targa. Un abbraccio lunghissimo lo unì a Daniela Rombi, la mamma di Emanuela Menichetti e ancora presidente dell’associazione dei familiari. Ci furono lacrime, di commozione; e anche sorrisi. "E la sua scomparsa – dice oggi “Il mondo che vorrei – è una grande perdita che ci colpisce nel profondo".

Sempre presente ad ogni udienza dell’incidente probatorio, "Durante il primo grado, svoltosi a Lucca – ricordano ancora i familiari – per giorni è stato bersaglio di un fuoco incrociato di domande da parte degli avvocati della controparte". Rispose per sette ore all’avvocato Armando D’Apote, all’epoca legale dell’ex ad di Ferrovie Mauro Moretti. "Ma lui ne è uscito a testa alta, forte della propria convinzione, cercare la verità ed essere nel giusto. Come tutte le condanne nei vari giudizi hanno poi confermato". "Una persona retta, scrupolosa, giusta, che – proseguono – si è spesa nel nostro processo senza mai risparmiarsi. Per noi è stato, e sarà sempre, un grande esempio di coraggio e rettitudine". Nell’ultimo incontro, un anno fa, "lo trovammo un po’ affaticato, ma sempre con una mente vivacissima, scherzoso e sorridente. In questi lunghi 15 anni, dove niente è più come prima, abbiamo avuto la fortuna di incontrare tante persone “belle”, persone serie e con una sola parola. il Prof. Paolo Toni ne è l’esempio più alto". E avrebbe senz’altro meritato di essere riconosciuto cittadino onorario di Viareggio.