
Il Gruppo Paesani sollecita l’amministrazione ad avviare un percorso partecipativo sul Pua «strumento che potrà tutelare i nostri stabilimenti»
FORTE DEI MARMIPartito il tesseramento del Gruppo dei Paesani. Quella realtà nata in modo spontaneo da incontri serali al bar Pretino in Vaiana per dibattere delle faccende di paese, si sta quindi strutturando. A tenere le fila del gruppo è Luca Morini ma a sostenerlo ci sarebbero anche volti della politica di ieri e di oggi. Non è dato sapere in quanti ad oggi abbiano effettivamente sottoscritto la tessera da ’paesano’ doc ma il circolo di aderenti parrebbe particolarmente dinamico, anche da un’occhiata alla pagina facebook costantemente aggiornata sui fatti di Forte dei Marmi. E’ chiaro che dai "quattro amici al bar" nascerà ben altro, e che la linea è tracciata: difendere a spada tratta l’identità del paese. In contrasto comunque con la politica di Murzi & co. viste le battaglie intraprese contro l’abbattimento della Greppia o contro il frazionamento in appartamenti dell’ex Teti. Il gruppo Paesani dunque potrà rappresentare un appetitoso enclave in vista delle elezioni 2027.
E adesso torna alla carica per chiedere che sia avviato un percorso di partecipazione: oggetto del contendere è il nuovo Piano degli arenili, lo strumento urba che disciplinerà le attività e le trasformazioni degli stabilimenti balneari nei prossimi anni. "Alla luce della messa all’asta delle concessioni, la regolamentazione della spiaggia a livello comunale rappresenta uno strumento fondamentale, forse l’unico, in grado di tutelare la nostra tipica offerta turistica balneare – tuona il Gruppo Paesani – scongiurando il rischio di trasformare i nostri caratteristici bagni in club di lusso dissociati dal resto del paese. Ricordando che la legge regionale, per l’approvazione del Pua, prevede obbligatoriamente che vengano attuate le procedure di partecipazione, e memori degli episodi in cui questa è venuta drasticamente a mancare (il rifiuto del percorso partecipato sulla Teti richiesto con 400 firme fu solo il caso più eclatante), auspichiamo che almeno per il Pua, l’amministrazione coinvolga il paese e le associazioni di categoria cosi come raccomandato anche dal Garante Regionale, in occasione del nostro esposto. La cittadinanza ha il diritto di conoscere quale sia la visione dell’amministrazione in merito ad un tema così importante i cui risvolti ricadranno per anni sull’intera comunità".
Francesca Navari