Halloween arriva coi cavalieri dell’Apocalisse

Pochissimi locali organizzano cene-spettacolo senza ballo, la pandemia si ripresenta come una guerra e tanti rischiano di fare la fame

Si avvicina la sempre criticata festa di Halloween. Poco apprezzata dal punto di vista della cultura e della tradizione, sì, ma che da anni rappresenta un incasso insostituibile per il mondo dell’intrattenimento notturno in un periodo, quello autunnale, in cui la febbre della movida tende a scemare dopo i fasti dell’estate. Ma quest’anno, a far paura non sono fantasmi, streghe e mostri assortiti. Piuttosto, è il Covìd che serpeggia in mezzo mondo a tenere svegli la notte gli imprenditori e i lavoratori del settore. Che dopo aver stretto la cinghia nei mesi estivi, vivono col fiato sospeso in attesa dei prossimi sviluppi normativi legati al procedere della curva epidemiologica.

Al momento, i locali resistono come possono, e sia a Viareggio, sia lungo la costa versiliese, al posto delle consuete feste a tema è stata imboccata la strada delle cene-spettacolo. "Intanto stiamo cercando di capire come organizzarci perché l’ultimo Dpcm è un po’ ambiguo rispetto alle attività che si possono svolgere in una discoteca – spiega Giuliano Angeli della Bussola – anche se chiaramente, nella fase attuale, puntiamo sulla ristorazione. L’impatto del Covid è disastroso: da un lato c’è l’aspetto sanitario, per cui dobbiamo affidarci alle competenze di chi deve decidere; dall’altro c’è un problema economico non indifferente. Basti pensare al discorso degli affitti in un frangente in cui le imprese non sono in grado di lavorare. Secondo me, in quest’ambito, il governo non ha avuto il coraggio di prendere una posizione seria, puntuale, e quindi la partita sarà scaricata sulla magistratura. Ci sono norme di carattere generale che si prestano a diverse interpretazioni. Per i dipendenti, invece, c’è il divieto di licenziamento fino al 31 dicembre – continua Angeli –, ma come si concilia con il fatto che un governo imponga la chiusura a determinate attività? Come fa un’attività che non lavora a garantire il lavoro al personale? Non si può agire con due pesi e due misure e in questi casi deve intervenire direttamente lo Stato, tutelando i due mondi interconnessi delle aziende e del lavoro. Inoltre, l’attuale escalation di contagi crea un senso di apprensione e di instabilità che dà vita a un circolo vizioso: aumentano le difficoltà, e dal punto di vista economico ci sono attività che possono saltare. E non parlo solo del mio settore: anche tra i ristoranti ci sono piccole realtà che, se non lavorano, non possono essere chiamate a sostenere il costo dell’affitto. Le condizioni contrattuali vanno riviste in virtù della pandemia – conclude – e so che, a livello di categoria, si sta provando a cercare delle soluzioni con il governo".

Cena-spettacolo di Halloween, con inizio anticipato dalle 21 alle 20 per rispettare i limiti orari, anche alla Capannina di Franceschi che, anche in questo momento difficile, ripropone il format andato in scena per tutta l’estate: un segnale di continuità che attesta la volontà di andare avanti. Così come al Carpe Diem, a Viareggio. "Anche la cena di Halloween sarà impostata più sulla ristorazione che sullo spettacolo e l’intrattenimento – spiega Alessio Quagli del locale della Darsena –: tutti gli eventi che richiamano grandi numeri sono un finiti. Teniamo pianobar e karaoke, ma è tutto sotto tono. Speriamo che la chiusura non venga ulteriormente anticipata, altrimenti sarà davvero impossibile andare avanti. Per ora si resiste, ma siamo sulla linea di galleggiamento. Se non torna un po’ di serenità, sarà dura. Abbiamo già dovuto ridurre l’impiego del personale ma il momento è questo, bisogna stringere i denti e fare quel che si può. La gente ha paura,sono diminuite le prenotazioni, il crollo è verticale e bisogna vedere quanto si riuscirà ad andare avanti. Molti eventi che organizziamo vanno in rimessa, ma non ci possiamo tirare indietro – conclude – per non perdere il filo con la clientela e con il servizio. E intanto i costi fissi rimangono, perché mal che vada vengono procrastinati, ma di eliminarli non se ne parla".

Tra le attività colpite dagli ultimi provvedimenti ci sono anche quelle legate a doppio filo al mondo della movida come pasticcerie notturne, kebab e piadinerie. A Piadinolandia, ad esempio, "il lavoro è già calato del 50 per cento – racconta Boris Franceschi – e a vivere con quest’attività siamo in sette famiglie. E’ per questo che stringiamo i denti e continuiamo ad andare avanti. Oltre tutto, non abbiamo risentito solo della chiusura dei locali a mezzanotte, ma anche del blocco delle attività sportive: la piadina dopo il calcetto per alcune squadre era un rito".

Daniele Mannocchi