FORTE DEI MARMI (Lucca)Prima gli hanno tolto l’ufficio e ora gli hanno limitato le ore di colloquio con i detenuti. Questo è quanto accaduto a Michele Vito Cornacchia, psicologo del carcere San Giorgio di Lucca per 29 anni, che in questo nuovo contesto professionale ha detto basta e ha rinunciato anche allo stipendio. Uno sfogo amaro quello del dottor Cornacchia. "Nelle condizioni attuali non posso lavorare, non posso esercitare la mia professione in modo qualificato e soprattutto non posso essere di aiuto alla popolazione carceraria – dice Cornacchia –. In questi anni mi sono occupato soprattutto dei ‘nuovi arrivati’ di quelle persone che vengono arrestate e che si trovano a vivere una situazione devastante, senza entrare nel merito del reato che hanno commesso. Negli anni della mia professione nei penitenziari per me sono venute prima le persone, ho sempre visto prima loro, aldilà di cosa avessero commesso, cosa che non ho mai voluto sapere e che ho appreso in fase successiva. Per questo ho sempre cercato di rapportarmi a queste persone tenendo ben impressa una parola: la dignità delle persone. Ora mi trovo senza un ufficio e con un orario che oserei definire ‘svizzero’, perché poco prima delle 18 mi sollecitano a lasciare il carcere. Ma come si fa in questo contesto a svolgere la mia professione? Allora ho deciso di tagliare corto. Agli inizi di dicembre ho scritto una lettera al provveditore e all’amministrazione penitenziaria toscana, lettera con cui ho raccontato cosa fosse successo e nella quale ho chiesto un’opinione sul perché di questa scelta. Spero che il mio gesto parli alle coscienze". Poi l’appello: "Vorrei che in Toscana per una volta si mettessero da parte le casacche politiche e vorrei che tutti facessero fronte comune per risolvere le problematiche che emergono dagli istituti penintenziari".Maria Nudi
Cronaca"Hanno tolto l’ufficio e ridotto i colloqui"