Puosi
Dopo circa 4 ore di shinkansen da Tokyo, il treno proiettile arriva a Hiroshima, una città connessa in modo imprescindibile alla bomba atomica che fu sganciata sulla città il 6 agosto 1945. Visitare Hiroshima, capitale della prefettura omonima situata nell’isola di Honshu nel Giappone sud-occidentale, oggi significa trovarsi di fronte all’evidenza che il passato non può essere cancellato e che ogni nostra scelta – anche scegliere di ricordare – può influenzare il futuro. L’alloggio al World Friendship Center è stata una scelta azzeccata di questo viaggio, non tanto per gli spartani futon ingentiliti da un origami appoggiato sul cuscino, ma per il valore degli incontri che si possono fare. Il posto, infatti, ha l’intento di condividere la cultura giapponese e la storia di una città che è dovuta ripartire dalle sue ceneri. Lo fa promuovendo un programma di pace grazie ad attività come gli incontri con gli hibakusha, ossia i sopravvissuti alla bomba atomica, e tour guidati al Parco della Pace. Abbiamo la fortuna di parlare con Soh, un hibakusha ottantenne pacato e sorridente, che ci racconta la storia di un dolore indicibile con enorme dignità, la schiena dritta e gli occhi pieni di speranza. Nonostante sia stato testimone di uno degli episodi più dolorosi del secolo scorso, le sue parole sono cariche di fiducia nel mondo. Il Museo memoriale della Pace è una tappa obbligata del viaggio a Hiroshima e ha l’intento di ricordare come una sola bomba atomica abbia ucciso indiscriminatamente migliaia di persone e diffondere il messaggio affinché tutto questo non accada mai più. Attraverso ricostruzioni, l’esposizione degli oggetti appartenuti alle vittime e le testimonianze dei sopravvissuti, la mostra permanente espone al mondo gli orrori di natura disumana delle armi nucleari.
Si esce dal Museo memoriale della Pace frastornati e viene naturale proseguire la visita nel Parco della Pace che si trova subito all’esterno ed è dedicato alle preghiere per la pace nel mondo. Ne fanno parte l’A-Bomb Dome che è l’unico edificio nei pressi dell’esplosione a non essere stato spazzato completamente via, il cenotafio per le vittime del bombardamento progettato dall’architetto Kenzo Tange e il Monumento alla pace dei bambini circondato da lunghe file di origami a forma di gru. Il Parco della Pace, che si estende per oltre 120.000 metri quadrati di prati, alberi e monumenti alla memoria, sorge dove un tempo si trovava il cuore politico e commerciale della città, da cui la scelta di centrarlo come bersaglio per lo sgancio della bomba atomica.
Sul cenotafio un epitaffio recita: "Riposa in pace, perché l’errore non deve essere ripetuto" ed è frequente vedere giapponesi raccolti in preghiera che vengono a rendere omaggio alla memoria, in particolare il 6 agosto, anniversario della tragedia, quando si tiene una cerimonia commemorativa.