
I 50 anni del ciottorino La festa della patrona nella Vecchia Viareggio Dove vive la tradizione
di Martina Del Chicca
Cinquant’anni di ciottorino. Tanto tempo è passato da quando il comitato della Vecchia Viareggio, allora presieduto da Lisandro Petrucci, s’inventò questa “fiera strapaesana“ per celebrare la patrona di Viareggio. "Il comitato era nato da poco, e la Santissima Annunziata allora passava senza grandi celebrazioni popolari" ricorda Franco Paladini, che a novembre è stato nominato alla guida del Vecchio comitato rionale. C’era anche lui, figlio di Luciano, tra i fondatori di quel Comitato, allora un ragazzo cresciuto proprio tra il Canale e la Torre, a quelle riunioni organizzate all’ombra del bastione.
"L’idea – ricorda Paladini – era restituire alla città una festa che celebrasse la patrona, e venne così deciso di farlo recuperando un momento tipico del finire dell’Ottocento. Quando questa piazza, piazza Santa Maria, era il primo sbocco di Viareggio; e qui – prosegue – si tenevano i classici mercati del baratto. Di animali, fiori, prodotti della terra e... ciottorini appunto" Quei manufatti di terracotta – “Pentoline, tegamini, uccelli e cavallucci col fischio alla ’oda, le brocchine, le ’ampanelle col battaglio a pallina legato con lo spago...“ come li discrive Antonio Morganti nel racconto “Tenìmisi stretti“ – che ancora sbucano dalle mensole e dai cassetti di quelle “cento case“ e ormai molte di più che, fitte fitte, popolano le vie di Viareggio. E così questa tradizione, vecchia come il suo Comitato, torna ogni anno ad animare la stessa piazza.
Inaugura oggi la “Fiera del ciottorino“ che terrà compagnia a Viareggio e ai viareggini fino al 26 marzo. In piazza Santa Maria, oltre al classico stand delle terracotte, ai giochi per i piccoli, alle giostre, ai tavoloni in legno dove i bambini delle scuole potranno dipingere il loro ciottorino, si troveranno anche “L’arca dei bomboloni“ di Francesco e Federico Bertilotti e il bancone con i dolci della tradizione: dalla pasimata alla torta di riso e semolino fino ai panini di neccio (o farina di castagna). In piazza trovano spazio anche l’associazione “Crea“ e “Il germoglio“, oltre ad uno stand della Sea. E poi il mercatino dei libri viareggini, dove diversi autori locali presenteranno i loro racconti nel corso degli appuntamenti letterari delle 17.
La fiera entrerà nel vivo il 24 che il 25 marzo, quando lungo la via Regia, nel tratto che da piazza Santa Maria si allunga fino a piazza Manzoni, sarà allestito il classico mercatino. "Il 24 marzo – prosegue il presidente della Vecchia Viareggio – sarà il giorno dedicato alla premiazioni. Anche quest’anno assegneremo il premio “Ciottorino d’oro“, dedicato a persone che senza troppo clamore si sono impegnate a tenere vive le storie di Viareggio". E lo scorso anno, per la prima edizione, fu assegnato alla memoria di Massimo Tognocchi che della città ha scritto tanto. "Lo stesso giorno – prosegue Paladini – saranno consegnati i premi dedicati ai bambini: il “Premio Riccardo Biagini“ per la miglior locandina, che diventerà manifesto della prossima edizione della festa, e il “Premio Roberta Bartali“, al miglior ciottorino dipinto". Il 25 marzo, il giorno della patrona, sarà presenta in piazza il labaro del Comune con una rappresentanza dell’amministrazione.
"Il sogno – conclude Paladini – sarebbe poter far tornare a vivere anche la Torre Matilde. Come Comitato proponemmo al Comune di occuparci dell’apertura del bastione". Ma la Torre,al momento, aspetta dei lavori che gli permettano di ottenere la piena agibilità: "Per noi – conclude il presidente della Vecchia Viareggio – questo è un simbolo. E’ casa. E saremo orgogliosi di poterla far vivere anche alle nuove generazioni, quelle a cui cederemo il testimone della storia. Con la speranza che la tradizione possa avere un futuro".