MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

i carri che hanno fatto epoca

Apre venerdì alla Gamc una mostra curata da Veltroni che ripercorre la storia della satira politica sui carri

Apre venerdì alla Gamc una mostra curata da Veltroni che ripercorre la storia della satira politica sui carri

Apre venerdì alla Gamc una mostra curata da Veltroni che ripercorre la storia della satira politica sui carri

Il Carnevale e la satira politica. Un binomio indissolubile. Iniziato nel 1960 con Silvano Avanzini che fece salire sul suo carro i grandi della terra da Eisenhower a Krusciov a de Gaulle. Di lì in poi sono stati tanti i capolavori in cartapesta che hanno fatto epoca fino a far diventare i viali a mare viareggini una sorta di salotto politico extraparlamentare. E proprio alla satira politica viene dedicata una delle grandi mostre pensate dalla Fondazione Carnevale che si è affidata a Walter Veltroni per allestire alla Gamc la mostra "Secoli di storia" che sarà inaugurata venerdì e resterà visitabile fino all’11 maggio.

Valorizzando i materiali conservati all’archivio storico della Cittadella la mostra focalizza la storia dell’interpretazione dei grandi avvenimenti nazionali e internazionali: plastici, sculture, elementi originali in cartapesta, documenti filmati arricchiscono la rassegna, offrendo molteplici letture. A introdurre e focalizzare il fenomeno della satira e l’evoluzione dei suoi linguaggi è una sezione della mostra che racconta temi e modi di rappresentazione dalla metà del Seicento alla metà dell’Ottocento attraverso una selezione di opere provenienti da musei e collezioni private. Da non perdere anche una serie inedita di bozzetti, realizzati dai carristi di oggi per immaginari carri allegorici sui fatti mondiali del quinquennio 1941-’45, ma con la libertà, la dissacrazione e il linguaggio satirico contemporaneo.

La mostra sulla storia della satira si aggiunge così alle due già inaugurate dalla Fondazione Carnevale. Una dedicata al Carnevale degli animali aperta sabato mattina a villa Argentina e l’altra, invece inaugurata domenica mattina dedicata alla musica del Carnevale, un ricco patrimonio gelosamente custodito da autori e Fondazione. Il percorso espositivo accolto nelle sale di Villa Paolina fino all’11 maggio, con l’allestimento di Roberta Patalani, è un viaggio immersivo in questa storia musicale che inizia nel 1921 con la prima canzone di Icilio Sadun e Lelio Maffei.

Prima che a bordo dei carri arrivassero impianti fonici, l’animazione musicale era affidata a piccole orchestrine e alle voci dei figuranti che cantavano la canzone ufficiale e quella composta per il carro. Il testo di questi componimenti veniva stampato su carta velina colorata, distribuito alle maschere. Oggi quelle stampe, gli spartiti e rare registrazioni sono testimonianza di quei brani. Dalle strofe è possibile cogliere il senso allegorico, satirico, divertente, caricaturale che aveva il carro per il quale erano state composte. Grazie al Fondo Rodolfo Puccetti, donato alla Fondazione Carnevale e conservato all’Archivio Storico, riemergono dal passato testi e spartiti di canzoni per carri allegorici (la selezione arriva fino agli anni Ottanta) che ci regalano uno spaccato sui temi della satira. Una parte del materiale in mostra invece proviene dal Fondo Aldo Valleroni, anch’esso donato al Carnevale e conservato in Cittadella, che raccoglie anche due vinili 45 giri celebrativi della canzone “Mi va di cantare” composta da Vincenzo Buonassisi, Marino Marini, Giorgio Bertero e Aldo Valleroni che Louis Armstrong interpretò al Festival di Sanremo del 1968, esibendosi in italiano.

Nel percorso della mostra è celebrato il Pot-pourri su le canzoni del Carnevale di Viareggio (1921-1940) composto da Icilio Sadun nel 1946, per il primo Carnevale del Dopoguerra. Pagine manoscritte di spartiti e parti staccate per orchestra che miscelano la rassegna dei brani per i carnevali dal 1921 al 1940. Nella sala delle proiezioni sarà possibile riascoltarlo grazie alla registrazione dell’interpretazione dal vivo che ne fece l’Orchestra dell’Istituto Boccherini di Lucca nel 2019 al Teatro Jenco.

Una sala è invece dedicata all’altro simbolo della musica del Carnevale di Viareggio: la Libecciata. In mostra lo storico labaro del complesso bandistico, strumenti musicali, costumi e ricordi. Le sale dell’appartamento monumentale di Paolina Bonaparte raccontano, infine, in modo immersivo le atmosfere delle feste di Carnevale di inizio Ottocento.