
Il presidente Fabrizio Miracolo
La sera in cui andò in scena per la prima volta “Turandot” di Giacomo Puccini, era il 25 aprile 1926, poco dopo l’inizio del terzo atto il direttore Arturo Toscanini fermò l’orchestra, depose la bacchetta, si girò verso il pubblico della Scala di Milano, e disse: "Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto". La sera seguente, l’opera fu rappresentata, sempre sotto la direzione di Toscanini, includendo anche il finale di Alfano. Poi, da allora, la storia della “Principessa di gelo“ ha incantato il mondo, e nel 2026 si celebrerà il centenario dalla prima dell’incompiuta pucciniana. E per promuovere quest’anniversario, su impulso del Festival Pucciniano, della Fondazione Simonetta Puccini e degli Amici del Festival si è stato costituito ieri – di fronte al al notaio Lucia Mastromarino – il primo Comitato al mondo per le celebrazioni di Turandot.
Si occuperà di promuovere eventi commemorativi, concerti, rappresentazioni teatrali, conferenze e pubblicazioni; di coordinare le attività culturali e accademiche volte a far conoscere le diverse interpretazioni della storia di Turandot, dalle origini fino alla versione di Puccini; e infine a favorire la collaborazione tra istituzioni culturali, teatri, università e centri di ricerca a livello internazionale per approfondire lo studio dell’opera e del suo contesto storico-artistico.
"Appena avuta l’idea – spiega il presidente del Pucciniano, Fabrizio Miracolo – ci siamo subito lanciati insieme al direttore artistico del Festival, Angelo Taddeo, nel contattare i più importanti teatri al mondo per coinvolgerli nel comitato con un progetto per il 2026 che vedrà i loro talenti più bravi, provenienti direttamente dalle loro accademie, protagonisti al 72° Festival Puccini con delle messe in scena di Turandot con due finali diversi". Già avviati i contatti con il Met di New York, la Royal Opera House di Londra, l’Opéra de Paris, il Real di Madrid, e la Deutsche Oper di Berlino.
"Turandot non è semplicemente un’opera incompiuta, ma l’ultimo atto creativo di un genio che ha rivoluzionato il melodramma. E come custodi della memoria e della casa del Maestro – commenta invece Giovanni Godi, presidente della Fondazione Simonetta Puccini – abbiamo il dovere di garantire che il centenario di Turandot sia celebrato con il rigore storico e la passione artistica che merita". Anche i membri della sua associazione Amici del Festival si sono subito resi disponibili per portare avanti il progetto: "Questo comitato – aggiunge infine la presidente Eva Fabbri – ci dà l’opportunità di poter fattivamente restituire qualcosa indietro al Maestro e questo ci rende orgogliosi".
Mdc