La Cittadella del Carnevale, é la fabbrica e l’anima del Carnevale di Viareggio del terzo Millennio. Ma prima di allora le variopinte costruzioni carnevalesche dove venivano realizzate? La costruzione dei grossi mascheroni era dislocata un po’ su tutto il territorio comunale. Bastava un capannone di fortuna allestito fra le case con alcuni travi che sorreggevano un telone che riparava dalla pioggia, un angolo di un cantiere navale, oppure altri ricoveri precari, per allestire la strutture del carnevale. Difficile ricostruire una mappa dei luoghi dove si preparavano i grossi mascheroni di cartapesta; alcuni documenti d’archivio ci permettono di individuare, comunque, alcuni luoghi dove si ‘fabbricava’ il carnevale.
Nel 1924, Francesco Timpano ottenne il permesso di occupare un tratto del viale Margherita, fra il suo negozio e lo chalet Dulio 48 per la costruzione di un;carro. Nel 1930 i fratelli Pardini acquistarono dal Comune una baracca in via Rossini (l’attuale via Verdi nel tratto tra via Veneto e la ferrovia), che da anni avevano in affitto per la costruzione dei carri carnevaleschi. Nel 1933, i carri "Bizzarria in Carnevale", di M. Marcucci, "Perla del Tirreno", di Alfredo Pardini, "Le cascate del Carnevale", di Michele Pardini, "Un punto più del diavolo" di Francesco Francesconi, e la mascherata "Parodia lirica", di Ademaro Musetti, furono realizzati in via Puccini all’angolo con la via Mazzini. Il carro “Topolino pirata”, di Rolando Morescalchi, e la mascherata “Pompieri moderni”, di R. Raffaelli, in un baraccone, in via Rossini all’angolo con la via Pucci. Guido Lippi fece il carro “Carnevale neroniano” in fondo alla via Rossini, in prossimità della ferrovia. I carri “Carnevale sport”, di Antonio D’Arliano, e “Carnevale nel bosco”, di Renato Santini, in fondo alla via XX Settembre; “Cuccagna carnevalesca”, di M. Pescaglini, in via Leopardi angolo via Puccini; “I satelliti al carnevale”, di Guido Baroni e Conti, in via Parini (attuale via Da Vinci) all’angolo con la via Maroncelli. Le mascherate in gruppo: “Carnevale in primavera”, di Di Prete, e “Conciliazione in Carnevale”, di Pucci, nel Garage Italia, in via Pucci angolo via XX Settembre; “Corsa di veterani”, di Ramacciotti, in via Cesare angolo via Fratti; “Le sensale”, di Carlo Bomberini, e “Tutto l’anno al Carnevale”, di Carlo Francesconi, in una segheria in via Mameli angolo via Fratti; “I folletti” e “Il plotone dell’allegria”, di Morescalchi, e “la sorte ammaestrata” , di Lubrano, in darsena nel cantiere Carlinocci; “Doni di fattoria”, di Pitoni e Mazzoni, in via Pacinotti angolo via Puccini; “Sinfonia di Grilli”, di Martinelli, in un garage in via Veneto n. 26; “Questo o quello per me pari sono”, di Del Pistoia, in via Puccini n. 155; “Le Zebre alla conquista del primato”, di Catarsini, in un garage in via S. Ambrogio; “Il ratto delle Sabine”, di Fabio Romani, nel magazzino Gemignani in via XX Settembre n. 17; “Salomone e la regina di Saba”, di Fabio Malfatti, nel “Baraccone Papa”, in via Coppino.
Nel 1946, i carri del carnevale furono costruiti In ambienti di fortuna, il più delle volte a “pezzi”, per essere poi assemblati insieme. Il loggiato del Mercato di piazza Cavour, sul lato della via Battisti che era utilizzato per la vendita dei fiori, fu trasformato in improvvisato hangar carnevalesco. Il carro del Comitato “Ritorna Carnevale”, di Cinquini, D’Arliano e Lazzeri, fu costruito a pezzi in una piazzetta ai piedi del cavalcavia ferroviario, che poi vennero montati insieme sotto le logge del mercato. I mascheroni dei carri “Basta con la tristezza, evviva l’allegria”, di Alfredo e Michele Pardini e Ademaro Musetti, e “Luna di miele” di Eugenio Pardini e Sergio Baroni, furono costruite parte al bagno Balena e parte in due stanzoni rimasti intatti fra le macerie dell’ex casa del Fascio, in piazza Mazzini. Il carro “Serenata al chiaro di Luna”, di Antonio D’Arliano e Francesco Francesconi, fu realizzato in un magazzino in via Cairoli. “In picchiata al Carnevale”, di Nilo Lenci, Del Carlo e Donatelli , fu costruito in via Mazzini, fra via Pucci e via Puccini. Il carro “La scampagnata”, di Lippi, Morescalchi e Di Prete, fu allestito nell’atrio della stazione ferroviaria e poi completato in altezza all’eterno. La mascherata “Ritorno dalla Conferenza della pace”, di Carlo Bomberini, fu iniziata in un magazzino in via Pucci, e ultimata sotto le logge di Piazza Cavour. Quella “Rientrano gli sfollati” di Sergio Barsella, in un garage in via Solferino.
Successivamente, per dare modo ai “maghi” del carnevale, di lavorare in ambienti dove realizzare opere di cartapesta sempre più grandi e spettacolari, furono costruiti nuovi baracconi in un terreno al termine delle vie Cairoli e Machiavelli. L’area di proprietà delle Ferrovie dello Stato, fu data in concessione al “Comitato festeggiamenti della Città di Viareggio” nel febbraio 1949 e già nella rivista ufficiale “Viareggio in maschera” di quell’anno viene pubblicata una foto dei nuovi hangar in costruzione. Poi, nel 1960, nella notte del 29 giugno, un incendio distrusse gli hangar dove si costruivano i carri, con tutte le attrezzature contenute. Il fatto interessò anche la stampa nazionale e la continuità della manifestazione fu messa in discussione. Un quotidiano di Roma scrisse: "Si farà nel 1961 il carnevale di Viareggio?" In poco tempo fu individuata la zona dove realizzare i nuovi capannoni carnevaleschi: un’area di mq. 5.922 al termine della via Marco Polo, fra l’ingresso dell’autostrada e la ferrovia, che fu acquistata L. 10.956.625. La fine dei lavori e la consegna dei nuovi hangar fu fissata per il 30 novembre dello stesso anno, ma slittò di una decina di giorni. Comunque, nel 1961, rispettando le date stabilite, il Carnevale si presentò nuovamente all’appuntamento rituale sui viali a mare.
*Storico