Nella storia di famiglia rombano i motori, ma il suo cuore profuma di salmastro. Susanna Larini, viareggina, è infatti la eco-interior designer di yacht più innovativa e nel suo studio "La Mandragola design", in società con Diego Fiorini, prendono forma progetti per arredare veri gioielli da varare.
Lei, figlia del cronometrista di Formula Uno dell’Alfa Romeo Flavio Larini (fratello gemello del pilota scomparso Massimo) del respiro del mare si è sempre alimentata...
"Sono stata una delle prime donne a diplomarmi nel 1989 all’istituto Nautico come costruttore navale. Del resto la mia famiglia aveva i pescherecci: mio nonno è nato in via Savi e dopo aver lavorato ai cantieri Picchiotti, da un cacciavite e un martello decise di fondare una concessionaria Alfa Romeo. Mio bisnonno era un comandante che per 16 anni è stato in Usa a insegnare agli americani ad armare barche a vela"
Il suo passaggio al mondo delle barche lusso?
"Nel 1993 mi sono diplomata progettista di interni all’Accademia di architettura a Firenze e ho cominciato il percorso nautico. Che si è subito interrotto per la nascita di mia figlia. Mi sono dedicata alla famiglia e mi sotto buttata negli studi di Giurisprudenza, anche se la mia vena artistica aveva bisogno di esprimersi. Alcuni anni fa ho così ripescato quella passione rimasta forzatamente nel cassetto e mi sono riaffacciata alla nautica con un riscontro davvero inaspettato, tanto che adesso il mio studio è associato a un team di New York".
Ed è stata incoronata tra le top...
"Nel 2016 all’hotel The Michelangelo di New York mi hanno premiato come designer italiana per una linea di accessori in marmo di Carrara. Ho sempre tratto ispirazione dal territorio per la scelta di materiali... a chilometro zero".
Il suo stile?
"Utilizzo molto il marmo e il legno come l’olivo e cerco di ricreare i colori e gli odori che percepisco durante le mie passeggiate sulla spiaggia. Sono contraria ad arredare yacht come fossero ville, una barca deve avere luci e profumi ispirati al mare. Al momento sto progettando sia un ’70 metri’ che un appartamento a Parigi e un ten house a New York, ma le logiche sono totalmente distanti. Lavorare nella nautica impone poi un’attenta customizzazione che è possibile grazie al geniale modo di rendere perfetta ogni cosa dei nostri artigiani che discendono dalla scuola storica di calafati e carpentieri".
Una delle sue cifre è l’ecosostenibilità?
"Ogni complemento è plastic free e non danneggia l’ambiente. Prediligo stoffe di riciclo e rivestimenti in alluminio e spesso impreziosisco la mia proposta con le realizzazioni di Paolo Nicolai che fa opere frutto del riciclo delle plastiche raccolte dal mare"
Le richieste più singolari?
"Un armatore amava la caccia e così ho pensato a rubinetteria e maniglie con teste di cinghiale oltre a tappezzeria con scene a tema. Invece un russo mi chiese rivestimenti in pelliccia di lupo. Da coerente animalista mi sono rifiutata e ho perso quel lavoro".
Da cosa nasce invece la scelta di diventare presidente del nuovo Polo club Forte dei Marmi?
"Da piccola cavalcavo e quando mi è stato proposto questo progetto mi sono entusiasmata. Oggi prende il via la 3° Polo cup ’Figli del vento’ prolungando la stagione in Versilia col coinvolgimento di personaggi come Stefano Cordero di Montezemolo e Andrea Agnelli, che ha la tessera numero uno. Il polo del resto non è così scollegato dalla nautica perche si rivolge ad un target che agevola le connessioni con chi realizza barche lusso".