
Alle Boline c’è un emporio che espone i prodotti realizzati e coltivati al centro
"Viaggiare col vento in poppa è bello. Ma anche andare di bolina, vincendo le difficoltà del vento contrario, regala tanta soddisfazione". La metafora, volutamente attinta dal gergo della marineria, è alla base del percorso che ha portato a ideare "Boline - robe sostenibili", che non è altro che "il nome con cui vorrei che d’ora in avanti ci si riferisse al Ceser", come spiega il direttore della Zona Distretto dell’Asl, Alessandro Campani.
Breve riepilogo delle puntate precedenti: ormai un anno e mezzo fa, l’Asl presentò il progetto di un ’contenitore’ – il Ceser di via dei Comparini, all’ex Campo d’Aviazione – in cui inserire attività di promozione sociale. A distanza di un lasso di tempo tutto sommato breve, il centro è cresciuto in modo importante, e così l’Asl ha deciso di ’brandizzarlo’... con un occhio alla storia e alle tradizioni del territorio. "Abbiamo voluto valorizzare temi che riguardano la Versilia – ha spiegato ancora Campani – e quindi ci è venuta subito in mente la marineria. Il contesto di questo posto ci ha fatto scegliere l’idea dell’andatura di bolina: faticosa, richiede competenze e costanti aggiustamenti, ti porta a fare un percorso più arduo ma anche a raggiungere un traguardo. La scelta di questo nome dà un’identità tangibile al contesto".
L’obiettivo dell’Asl è far crescere ancora il Ceser/Boline. "In quest’anno, abbiamo incrementato l’utenza di un buon 40 per cento, passando da poco più di 100 persone a circa 150. Siamo soddisfatti ma auspichiamo che questo momento di identificazione porti nuove energie e ulteriori progetti, nell’ottica di una crescita ancora maggiore".
Le attività sociali svolte alle Boline, dove si portano avanti percorsi legati alla salute mentale, alla disabilità e all’inclusione sociale, sono innumerevoli: dalla coltivazione all’apicoltura (a proposito: quest’anno le arnie del Ceser hanno regalato 130 chili di miele di spiaggia), dalla palestra (con attività ludiche e riabilitative) alla lavanderia, fino alla cucina e alla sartoria, grazie all’impegno di un’associazione temporanea di imprese di cui è capofila l’associazione Fiori di Loto, che lavora spalla a spalla con tre cooperative sociali: la Calafata, la Nanina e la Millefiori, col supporto della Fondazione di Coesione Sociale. Alle "Boline - robe sostenibili" è presente anche un emporio, in cui si vendono i prodotti – della terra e non – realizzati dai fruitori della struttura. Un’oasi d’inclusione, immersa nel verde, in cui navigare controvento, ma nella giusta direzione.