"Il civismo in politica non esiste". Lapidaria la posizione di Massimiliano Baldini, consigliere regionale della Lega, che sostiene che "per lo più si tratta di aggregazioni guidate e sostenute da chi ha già fatto parte di un partito, ma non avendovi trovato spazio o non trovandone più, ha deciso di ricercarle fuori dai partiti ma con i medesimi mezzi e con le stesse finalità. Cioè le poltrone tanto criticate".
"Solo nei piccoli comuni l’esperienza civica mantiene connotati più veritieri – argomenta – salvo poi anche in questi casi tradursi in necessaria ed obbligata appartenenza politica per quei leader locali che per essere eletti a livelli ultracomunali necessitano di un partito per farlo. Non esiste quindi alcuna supremazia istituzionale o morale del civismo in politica ma solo una modalità differente di perseguire i medesimi obiettivi dei partiti. Anzi, l’apparente mancanza di connotazione ideologica, orientata al raccoglimento trasversale di voti, finisce per rendere il civismo un’operazione più volta al pragmatismo che al perseguimento dei valori che distinguono i partiti con chiarezza su programmi e propri rappresentanti. Basta chiedere a tutti coloro che ricoprono ruoli istituzionali o comunque pubblici in rappresentanza di una formazione civica se hanno mai avuto una tessera di partito: quasi tutti vi hanno militato.
Lo stesso vento dell’anti-politica ha finito per approdare ad alleanze decisamente coeve al sistema che si era proposto di abbattere. Il civismo ha diritto di partecipare alla vita pubblica – conclude – ma nessuno pretenda di presentarsi agli elettori indossando candide vesti distinte da quelle supposte insozzate degli esponenti dei partiti perchè si tratta delle medesime aspirazioni, percorsi, metodi, obiettivi e, molto spesso, delle medesime storie"