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Il disagio della povertà a Viareggio: "Il conforto di un'entrata fissa per non vivere alla giornata"

Una viareggina di 50 anni senza Reddito di Cittadinanza sarebbe finita in mezzo alla strada. Maria racconta come lavori e lavoretti stagionali non siano sufficienti per tirare avanti, ma il Reddito di Cittadinanza le dia tranquillità.

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C’è una viareggina di cinquant’anni che senza il Reddito di cittadinanza non avrebbe potuto pagare l’affitto. Sarebbe finita in mezzo alla strada. La chiameremo Maria. "Avevo lo sfratto esecutivo – racconta –, senza i 550 euro del sussidio non ce l’avrei fatta". La sua è una storia come ce ne sono tante, in un posto turistico come la Versilia: lavori e lavoretti stagionali d’estate, e poi, d’inverno, si fa quel che si può. "Facevo le stagioni in un campeggio qui a Viareggio – spiega – ed era il mio impiego principale perché non riuscivo a trovare altro. L’inverno mi barcamenavo: un’ora a stirare, un paio d’ore a fare le pulizie… Per un po’ c’è la disoccupazione, poca in verità, per tirare avanti. Poi, in attesa dell’estate successiva, gli unici soldi che entravano erano quelli dei lavoretti extra". Che non sono fissi: un po’ come nel film "Il fronte del porto", ci si sveglia la mattina e non si sa se quel giorno si lavorerà. E dunque se si verrà pagati. "In questo senso – continua Maria – il Reddito ti dà tranquillità. Sapere che il 15 hai un’entrata fissa, anche di poche centinaia di euro, ti permette di non pensare al futuro come a un’incognita. Io spendevo 350 euro d’affitto, e un sussidio come il Reddito mi ha permesso di vivere gli inverni in modo diverso, di affrontare le giornate con maggiore tranquillità. Lavorando alla giornata, tra le spese per i trasporti, l’affitto, le bollette e un paio di scarpe a tua figlia, non è facile tirare avanti. Magari oggi mi chiamano, ma domani no. A volte il telefono non squilla per giorni. E lo stato d’animo è nero: ti svegli al mattino e non hai nulla. Con tutti i problemi che seguono: la povertà porta tensione, nervosismo. In casa si sta male, nascono problemi. Ma come si fa a restare tranquilli se non si sa cosa mettere in tavola?".

A chi dipinge i percettori del Reddito come "fannulloni", Maria risponde con la sua esperienza personale: "Se prendi il sussidio, devi renderti disponibile per lavorare. E io ho sempre accettato tutto quel che mi veniva prospettato. Il problema è che non è facile trovare lavoro per le persone come me. Sopra i 50 anni, siamo tagliati fuori dal mercato. Poi, un giorno, ti arriva il messaggio con cui ti annunciano che l’aiuto non c’è più. Ed è uno sgomento: racimolando i lavori che capitano, ci sono giorni in cui non so neanche se avrò gli spiccioli per comprare qualcosa da mangiare. Nessuno è contento di vivere con un sussidio. Io, almeno, di sicuro. E sono convinta che chiunque sia più sereno con un lavoro dignitoso. Ma se questo lavoro non c’è? Magari i giovani qualche opportunità ce l’hanno, ma noi anziani no. Togliere il sussidio a chi è sopra una certa età vuol dire segargli le gambe".

DanMan