REDAZIONE VIAREGGIO

Il dramma di Joubert morto sul lavoro

Morire a 23 anni, per un incidente sul lavoro, è già un’atrocità unica. Se poi la giovane vittima si trova...

Joubert Thompson aveva 23 anni

Joubert Thompson aveva 23 anni

Morire a 23 anni, per un incidente sul lavoro, è già un’atrocità unica. Se poi la giovane vittima si trova a quasi 13mila chilometri da casa, il quadro diventa ancora più insopportabile, con tutto quel contorno di telefonate disperate, voli aerei, coincidenze, un condensato di lacrime e speranze. E’ un paradosso pensare che quando una persona lascia la vita terrena mentre sta guadagnandosi la pagnotta lavorando, l’etichetta mediatica è ‘morte bianca’, come se il colore bianco immacolato fosse un deterrente contro chissà cosa: sulle morti sul lavoro, il sangue innocente scorre. Sono sempre drammi all’ennesima potenza, ma quel che accadde nell’inverno del 2007 in Darsena, in un’area di rimessaggio – dove lo yacht Romanza doveva essere sottoposto ad un maquillage per tornare a solcare il mare in sicurezza – non è mai finito in archivio, perché il pensiero che la vittima, il giovane marinaio Joubert Thompson era originario di Città del Capo, Sud Africa, contorna di un dolore sconfinato tutta la storia.

La dinamica dell’incidente mortale è stata ricostruita durante il processo ma non è tanto l’esito della vicenda giudiziaria che ha innescato queste righe. E’ piuttosto il dramma vissuto da un ragazzo come tanti suoi coetanei che per la passione del mare (e con debole per il rugby, sport tradizionale dei giovani sudafricani), si imbarca a 19 anni, gira il mondo, conosce persone, lavora con entusiasmo, guarda con ottimismo al futuro. Poi un bel giorno, a Viareggio, nel periodo di Carnevale – quindi con l’atmosfera gioiosa che ammanta la città – mentre sta lavorando cade dalla prua dello yacht da un’altezza di nove metri. Le testimonianze dipingono la liturgia del dolore assoluto: Joubert non morì subito, per cinque giorni rimase attaccato alla vita, poi... il suo nome andò purtroppo ad allungare l’elenco delle vittime sul lavoro.

Viareggio-Città del Capo, Sudafrica, il ritorno a casa di Joubert, qualche giorno dopo: tredicimila chilometri in aereo, per l’ultimo saluto dei suoi amici. A distanza di diciotto anni, la storia del giovane marinaio continua ad avere un concentrato di disperazione che neppure il più potente antidolorifico riesce a lenire. E non ci vuole molto a capire perché.