DANIELE MANNOCCHI
Cronaca

Il futuro del parco di Migliarino: "Col nuovo Piano, mille ettari in più"

Il presidente Lorenzo Bani traccia la rotta: "Continueremo a pianificare anche nelle aree contigue"

Il presidente del Parco Lorenzo Bani assieme al presidente regionale Eugenio Giani

Il presidente del Parco Lorenzo Bani assieme al presidente regionale Eugenio Giani

Il presidente del Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli Lorenzo Bani prova a tranquillizzare i coordinamenti ambientalisti: nel futuro del Parco non c’è una riduzione territoriale e una contrazione delle mansioni; anzi.

"Con il nuovo piano, l’area Parco aumenterà di quasi mille ettari passando dagli attuali 23.144 a 24.129 – sottolinea Bani – con le aree interne che aumentano da 14.182 a 15.119 ettari e le aree esterne che diventano aree contigue passando da 8.962 a 9.010". Proprio sulla questione delle aree esterne e contigue si concentra l’sos degli ambientalisti: "Vanno fatte importanti precisazioni – continua Bani –; nel piano precedente, il Parco era suddiviso in aree denominate interne ed esterne e in queste ultime era possibile la caccia regolamentata e il Parco pianificava direttamente. Nel nuovo piano, il Parco si è dovuto adeguare alle nuove normative nazionali che non permettono il mantenimento delle aree esterne, ma prevedono al loro posto le aree contigue, dove continua ad essere permessa la caccia regolamentata, ma dove il Parco non potrebbe pianificare. In questo contesto legislativo, la legge regionale ha riconosciuto una specificità al Parco, grazie al quale continueremo ad avere un ruolo di pianificazione anche nelle aree contigue con il meccanismo delle prescrizioni: in queste zone i piani urbanistici dei Comuni dovranno adeguarsi alle prescrizioni dell’Ente".

E comunque, argomenta Bani, oltre all’ultima parola spettante al Parco ci sono altri strumenti a difesa delle aree protette. "La legge regionale 65 del 2014 sul consumo di suolo è un’altra salvaguardia – spiega –; ora la sfida sarà il coinvolgimento dei Comuni nel controllo ambientale del territorio e negli iter autorizzativi, attività che già attualmente sono difficili per il Parco con 9 guardie a disposizione per 24mila ettari. Per questo negli ultimi anni abbiamo firmato dei protocolli d’intesa con le polizie municipali e stretto la collaborazione con le forze dell’ordine aumentando le sinergie. Importante sarà il ruolo dei Comuni anche per quanto riguarda le pratiche amministrative, evitando i rimpalli dei nulla osta che facevano perdere credibilità alle istituzioni. L’obiettivo del nuovo piano è dare regole chiare e precise che permettano uno sviluppo ecosostenibile di turismo e agricoltura di qualità, la moltiplicazione delle iniziative di educazione e consapevolezza ambientale, possibili ristrutturazioni e recuperi – conclude il presidente del Parco – se rispettosi dei parametri ambientali e senza aumento del consumo di suolo".