Ogni albero piantato, che tratteggia e racconta la piazza, ha un nome, un’identità e una memoria. Un valore simbolico e storico che ricorda la gloria e la vita, perduta, di quei soldati che caduti in guerra, hanno scritto e tracciato la cultura di una città. Alberi di lecci che, insieme al Monumento ai caduti, hanno osservato, nel corso del tempo, il passare delle stagioni, degli anni, e il cambiamento che la città stessa, e quella zona, di Piazza Piave, circondata e abbracciata da edifici dalle linee curve e sinuose della Belle Epoque, ha subito. Dagli spazi verdi degli anni ’50 alla perdita, quasi totale, della sua connotazione, divenendo una piazza anonima, geometrica. Un’area di passaggio, bivacco e spaccio. Mettendo da parte quell’identità, e quella memoria storica che, invece, è elemento fondamentale per unire passato, presente e futuro.
Ed è proprio verso quel futuro, e in nome quella memoria passata, che è diretto il progetto di riqualificazione di Piazza Piave, dalla spesa complessiva di 850 mila euro, che vuole restituire alla cittadinanza uno spazio, e un’identità, collettiva. Una riqualificazione estesa a tutta la superficie, con un ridisegno planimetrico che unisce nuove spazialità e nuovi percorsi, che instaurano con gli edifici circostanti punti di vista inediti, e modi di vivere la zona, che prendono ispirazione proprio dagli elementi storici pre esistenti.
Dal libro sul ceppo di pietra su cui sono incisi i nomi dei caduti in guerra, difatti, partirà il percorso principale verso l’Esedra della Pineta di Ponente, favorendo prospettive basate su principi di estetica, qualità e funzionalità, privilegiate da una pavimentazione più liscia, per rendere più confortevole le passeggiata e più agevole il passaggio di persone con disabilità attraverso l’utilizzo di travertino tagliato controfalda, e altrettanti materiali ecocompatibili, sostenibili e drenanti per i percorsi secondari. E una piazza che avrà uno sguardo di più ampio respiro, con il fulcro della piazza spostata dal centro, zona scarsamente illuminata e protetta dalle alberature circostanti, che favorisce la concentrazione di malintenzionati, alle estremità della piazza con spazi di convivialità e socializzazione spostati sul perimetro est e nord, allestito da panchine in cemento posizionate per favorire momenti di conversazione, gioco e lettura, e un sistema di illuminazione che manterrà i lampioncini attualmente presenti con l’aggiunta di giochi di luce a strip Led, mirati a eliminare le aree buie e a connettere spazi urbani di comunità a quelli di memoria e storia.
Nell’unione e comunicazione tra gli edifici che richiamano l’Art Nouveau, con la loro forza espressiva, tra passato e futuro, vicino ai Led, che renderanno visibile il monumento ai caduti anche durante le ore notturne, saranno difatti collocati anche due totem con Qr code, che permetteranno di visualizzare la storia della piazza, dei caduti, e della città stessa. ?Una storia, appunto, rappresentata da quegli alberi che, conservati in totalità, si riapproprieranno della loro funzione, principalmente storica, di un rapporto, quello tra uomo e natura, che in questa piazza, più che in altre, porta con sé testimonianze e valenze simbolica. Di un processo di memoria e ricordo, e rielaborazione di un lutto, che si unisce, incontra e incrocia, in questo progetto, ad una nuova immagine, estetica, culturale e sociale. Di una città capace di trasformarsi e modificarsi, ma guardando, sempre, a quel passato e a quelle vite, che ne hanno scritto la storia.