DANIELE MANNOCCHI
Cronaca

Il governo gela i balneari. Impugnata la norma sugli "equi" indennizzi approvata in Regione

Secondo l’esecutivo il testo va contro le norme italiane ed europee. L’amarezza di Daddio: "Un passo indietro per la nostra categoria. Chiediamo solo che i nostri beni non siano regalati a costo zero".

Il governo gela i balneari. Impugnata la norma sugli "equi" indennizzi approvata in Regione

Secondo l’esecutivo il testo va contro le norme italiane ed europee. L’amarezza di Daddio: "Un passo indietro per la nostra categoria. Chiediamo solo che i nostri beni non siano regalati a costo zero".

Nuova grana per i balneari versiliesi e, più in generale, per il comparto toscano: Il governo ha deciso di impugnare la legge regionale che regola gli indennizzi da riconoscere ai concessionari uscenti in caso di gara. La norma approvata da Firenze alla fine di luglio è stata giudicata contraria sia alle direttive europee, sia alla Costituzione. Per questo, due giorni, fa l’esecutivo ha deciso di impugnare la delibera in questione.

La norma, approvata in consiglio regionale da Partito Democratico, Italia Viva e Lega, prevede il riconoscimento di indennizzi "equi" agli attuali titolari delle concessioni da parte degli eventuali vincitori e meccanismi premiali per le piccole e medie imprese che prendono parte alle aste. A mettersi di traverso, da Roma, è stato il ministro per gli affari regionali Roberto Calderoli della Lega (collega di partito, dunque, dei consiglieri regionali del Carroccio che hanno approvato la manovra a Firenze).

Chiaramente, la notizia è stata accolta con l’amaro in bocca dagli attuali gestori delle spiagge. "La Regione ha riconosciuto quello che anche il governo aveva previsto – riavvolge il nastro il presidente dei balneari di Lido di Camaiore Marco Daddio –, ma l’esecutivo non ha condiviso questo percorso. È chiaro che per la nostra categoria si tratta di un passo indietro. Si torna a penalizzare chi, nel corso degli anni, ha investito e generato profitti e incassi per il territorio e per i Comuni, stabilendo che quel che è stato costruito non vale niente. Costruito, è sempre bene ricordarlo, non abusivamente ma in base a dei permessi che ci sono stati riconosciuti".

Dal momento che il tema centrale è quello della concorrenza, Daddio evidenzia dei problemi di merito: "Chi dovesse vincere un’eventuale gara si troverà in mano dei beni già fatti e finiti a costo zero – sottolinea – e per noi questo non è altro che un arricchimento indebito. Gli investimenti li abbiamo fatti noi; chi dovesse vincere la gara e prendersi la concessione, invece, avrebbe tutto gratis".

Di fronte a questa prospettiva, i balneari non staranno con le mani in mano. Anzi. "Abbiamo in programma una serie di incontri sia con la Regione, sia con il governo – spiega ancora Daddio – perché ovviamente il dialogo è sempre aperto, com’è giusto che sia. Per noi è fondamentale il riconoscimento di una misura indennitaria. È ridicolo non riconoscere il valore di quel che è stato creato a chi ha investito e lavorato nel mondo balneare. Se vogliamo svendere tutto all’Europa, d’accordo, ma almeno non regaliamo a costo zero tutto quello che è stato fatto in questi decenni da parte della nostra categoria".

In attesa del pronunciamento della Consulta, dunque, i balneari si vedono tagliata un’altra pista tra quelle individuate per evitare di rimanere con un pugno di mosche in mano in caso di perdita delle concessioni. E questo nonostante le promesse avanzate a suo tempo dalle forze politiche che compongono l’attuale maggioranza. Dalla mappatura delle spiagge agli indenizzi per il valore d’impresa e le opere realizzate, sono state sondate diverse possibilità. Ma di punti fermi, ad oggi, non ce ne sono.

A richiamare l’attenzione dell’esecutivo è intervenuto anche il presidente del sindacato dei balneari Antonio Capacchione, presente alla 45ª Giornata mondiale del turismo: ""Anche quest’anno i 30mila imprenditori balneari e i propri dipendenti hanno lavorato con incertezza e angoscia a causa delle gravi problematiche che attanagliano il settore – ha detto –; le nuove disposizioni sulle concessioni demaniali contenute nel decreto Infrazioni sono sbagliate, ingiuste e dannose. Bisogna intervenire subito per riscrivere la norma che tuteli correttamente i diritti degli attuali concessionari e un modello di balneazione che il mondo ci invidia".