MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Il grido dei familiari della strage: "Per noi la prescrizione è un mostro"

Anche il Pd al sit-in a Montecitorio: "Impensabile che la difesa possa appellarsi alla sospensione del processo"

Il grido dei familiari della strage: "Per noi la prescrizione è un mostro"

Quelle foto da oltre 14 anni sono sempre lì, poggiate sul cuore. E con le immagini dei loro cari, con le quali hanno attraversato il Paese per raccontare l’inferno del 29 giugno 2009, e ciò che quel treno mal manutenuto carico di Gpl si è portato via per sempre, ieri i familiari delle 32 vittime del disastro ferroviario sono arrivati davanti a Montecitorio, portando di fronte al Parlamento la paura più grande. Ovvero che la richiesta di giustizia, che da oltre 14 anni scandisce il tempo delle loro vite, possa finire per essere inghiottita nel vuoto della prescrizione. "E la prescrizione, di fronte a stragi come quella di Viareggio, è un mostro" hanno ribadito i familiari di fronte ai parlamentari che si sono fermati ad ascoltare.

Il viaggio dell’associazione Il Mondo che Vorrei a Roma arriva a poco più di un mese dall’apertura del processo, il 4 dicembre, di fronte ai giudici Cassazione. Alla quale gli avvocati degli imputati hanno presentato ricorso appellando la sospensione del processo per incostituzionalità del reato di “disastro ferroviario”. "È impensabile che in un Paese civile la difesa possa appellarsi alla sospensione del processo per incostituzionalità" hanno detto i deputati Dem Marco Simiani e Marco Furfaro, che insieme a Debora Serracchiani hanno partecipato al sit-in. E vicinanza alle famiglie la esprime anche la deputata della lega Elisa Montemagni: "La verità non può essere cancellata"

"Un nuovo tentativo per cambiare le carte in tavola, ed eludere alle gravissime responsabilità – dice Daniela Rombi, vicepresidente dell’Associazione che riunisce i familiari delle vittime di Viareggio – . Si dirà che fa parte delle regole del gioco, ma per noi questo purtroppo non è un gioco. Quella notte ci ha portato via ciò che di più importante avevamo al mondo". A Daniela, quel treno merci carico di Gpl deragliato ed esploso alle porte della stazione ha portato via la figlia Emanuela.

Per definire le responsabilità dell’incidente ferroviario, costato la vita a 32 persone, si sono svolte oltre duecento udienze, e si sono espressi 14 giudici in 4 sentenze. "Il 30 giugno 2022, la Corte d’Appello di Firenze, nel processo di 4° grado (appello-bis) della strage ferroviaria ha condannato 13 soggetti tra Ad, presidenti, direttori e dirigenti, delle società coinvolte e responsabili del disastro ferroviario. Costoro – hanno aggiunto i familiari – sono stati riconosciuti responsabili di aver provocato la strage ferroviaria di Viareggio". "Di fronte a tutto questo – si domanda Daniela – come possiamo far finta di nulla?".