GAIA PARRINI
Cronaca

"Il Mondo che Vorrei". I 15 anni dell’associazione

"Fatte tante cose e creato iniziative alla ricerca di verità, giustizia e sicurezza"

"Fatte tante cose e creato iniziative alla ricerca di verità, giustizia e sicurezza"

"Fatte tante cose e creato iniziative alla ricerca di verità, giustizia e sicurezza"

VIAREGGIOEra il 24 aprile 2010, a pochi mesi dal tragico incidente ferroviario che si portò via 32 persone innocenti, quando nacque “Il Mondo che Vorrei“, l’associazione dei familiari delle vittime spinti, ciascuno, "dal desiderio di conoscerci, di vedere in faccia chi aveva vissuto la stessa tragica fine dei propri cari - scrive la presidente Daniela Rombi - Di capire cosa era accaduto, di sapere la verità, di sapere perché 32 persone non c’erano più". Un’associazione che, oggi, dopo un lungo percorso giudiziario, e non ancora terminato, dopo più di 250 udienze, iniziative, mobilitazioni e incontri, compie 15 anni.

"Da familiari non abbiamo mai delegato niente o nessun; abbiamo studiato per capire il linguaggio dei tribunali e degli avvocati, ma abbiamo soprattutto manifestato per strada per esigere verità, giustizia e sicurezza: una mobilitazione quotidiana che dura da 15 anni - continua Daniela Rombi - Abbiamo lottato e voluto con tutte le nostre forze la “legge Viareggio“, un’elargizione per ogni deceduto che, allora, ci permise di non essere ricattati dalle assicurazioni poiché, accettando le loro “offerte“, non avremmo più potuto essere parte civile; questo ci ha consentito di avere un ruolo dignitoso nel processo. E una legge ottenuta cercando e ottenendo l’interessamento degli allora onorevoli della nostra città, Manuela Granaiola e Deborah Bergamini. Abbiamo fatto tante cose e creato iniziative, non siamo mai stati fermi ad aspettare, ma abbiamo anche pagato alti prezzi: uno su tutti il licenziamento di Riccard Antonini, per essersi messo a disposizione, a titolo gratuito, dei familiari e del sindaco nell’incidente probatorio".

"In questi 15 anni abbiamo incontrato tantissime persone “belle dentro“ - conclude Rombi - Ci hanno dato la forza, la spinta, quella carezza al cuore che tanto ci piace e ci sostiene: quei viareggini, quei lavoratori, quei ferrovieri, coloro che arrivano da tutta Italia per stare con noi il 29 giugno di ogni anno: un abbraccio bellissimo in un giorno più doloroso degli altri, quando anche i treni si stringono a noi e ci danno la forza di continuare, fischiando ininterrottamente per 24 ore".