Il nostro mare oltre i 30 gradi: "Estati calde e autunni più instabili"

Il meteorologo Fabio Longaron spiega i fenomeni meteorologici estremi in Versilia e l'impatto del clima in evoluzione sulla regione costiera. Previsioni di maltempo e aumento della temperatura del Mar Ligure. Preoccupazione per l'emergenza climatica e la mancanza di comunicazione scientifica.

Il nostro mare oltre i 30 gradi: "Estati calde e autunni più instabili"

Il meteorologo Fabio Longaron spiega i fenomeni meteorologici estremi in Versilia e l'impatto del clima in evoluzione sulla regione costiera. Previsioni di maltempo e aumento della temperatura del Mar Ligure. Preoccupazione per l'emergenza climatica e la mancanza di comunicazione scientifica.

Estate rovente, umidità equatoriale, eventi meteo sempre più estremi. È impazzito il clima, o siamo pazzi noi a non accorgerci che qualcosa non va? Lo abbiamo chiesto a Fabio Longaron, divulgatore e titolare della pagina Facebook "Meteo Toscana Nord Ovest", punto di riferimento per tanti utenti della costa.

Longaron, come spiega le raffiche improvvise di Ferragosto?

"Si è trattato di un downburst, e cioè di raffiche di vento emesse dalla pancia del temporale. In pratica, una massa d’aria più fredda crolla verso il suolo e si sparge in tutte le direzioni, ma soprattutto nella direzione di avanzamento del temporale, prendendo velocità. È la stessa cosa, anche se in forma ridotta, successa il 18 agosto del 2022".

Anche a Torre del Lago abbiamo avuto un downburst. Come mai sono sempre più frequenti questi eventi estremi?

"Non lo definirei estremi. Semmai, in questa fase è più facile che siano molto più forti di quanto siamo abituati. Il downburst c’è quasi sempre nei temporali, ma con i cambiamenti climatici in atto ci può essere un’intensificazione di questi eventi, sotto il profilo dell’intensità".

Come funziona, dal punto di vista fisico?

"Semplificando molto, lo scontro tra una massa d’aria fredda e una d’aria calda è alla base dei temporali. La massa d’aria fredda crolla a terra e si solleva l’aria calda, che si trova davanti a una nuova torre temporalesca. È un ciclo che si ripete in 15, 20 minuti, e si attiva anche con uno spiffero d’aria fredda".

Nel weekend si prevede un’altra fase di maltempo, giusto?

"Sì. La massa d’aria fresca ha indebolito l’anticiclone e la renderà più vulnerabile rispetto alla nuova aria fresca che sta arrivando e che è degna di nota. Il potenziale per eventi temporaleschi c’è, ma bisogna vedere se viene sfruttato dalle condizioni che si creeranno nelle prossime ore. Fino a due, tre giorni fa, le previsioni intravedevano potenzialità molto alte per i temporali. Negli ultimi aggiornamenti, invece, queste potenzialità si sono affievolite. L’incontro tra aria calda e fredda ci sarà, poi però bisognerà vedere come si compone la struttura barica, che tipo di venti entrano...".

Un dato che ha fatto scalpore è quello della temperatura del Mar Ligure. Ci può spiegare?

"Siamo 6/7 gradi oltre la media: da 24/25 a 30/31, che sono tantissimi, soprattutto per una massa d’acqua e non di aria. Le cause sono due: da un lato il gran caldo che ha fatto, dall’altro il fatto che non ci sono state mareggiate, e quindi è mancato il rimescolamento delle acque che avrebbe mitigato la temperatura di superficie. Non di moltissimo, ma un po’ sì".

Questo cosa comporta?

"Per noi della costa si traduce in un clima tendenzialmente più invivibile: l’acqua rilascia continuamente calore nell’atmosfera e tanta umidità, costringendoci a vivere settimane intere con temperature alte e tassi di umidità estremi. E poi c’è un discorso metereologico, con la formazione di una massa d’aria calda e umida".

E fenomeni estremi in autunno?

"Tra ottobre e novembre, fenomeni forti ci sono sempre stati. Fa parte del clima mediterraneo. Sono mesi di contrasti tra le masse d’aria calda che arrivano da sud e il fresco che torna a scendere da nord. Certo, il rischio è che questi fenomeni si acuizzino ed estremizzino".

Gli ultimi studi parlano di 47mila morti in Europa per il caldo, con il record in Italia. Perché, secondo lei, c’è poca preoccupazione attono all’emergenza climatica?

"Perché il dibattito e la comunicazione al grande pubblico non vengono affrontati in maniera seria, scientifica".

Daniele Mannocchi