DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Il Parco dice stop a una cava: "Commesse violazioni ambientali"

L’ordinanza di sospensione è gà scattata. Nel mirino polveri, area stoccaggio e scavi non autorizzati

Il deposito del detrito stoccato, secondo il Parco, senza autorizzazioni

Il deposito del detrito stoccato, secondo il Parco, senza autorizzazioni

Dagli scavi non autorizzati agli stoccaggi difformi, fino a problemi legati alle polveri. A causa di queste ed altre violazioni ambientali riscontrate in una cava nel comune di Stazzema, il Parco delle Apuane ha emesso un’ordinanza di sospensione nei confronti di una ditta del marmo che ha sede a Stazzema. Il provvedimento è conseguenza del sopralluogo effettuato lo scorso 17 luglio in maniera congiunta dal Comando guardiaparco, carabinieri del Gruppo forestale di Lucca, tecnici di Arpat e Regione (settore cave). L’iter era poi proseguito con la consegna, lo scorso ottobre, della perizia giurata da parte della “Cardoso cave“.

"L’attività estrattiva – recita l’ordinanza del Parco – veniva svolta in assenza di un sistema di contenimento delle acque meteoriche di prima pioggia previsto dal piano di coltivazione. Le piste di arroccamento non presentavano una corretta manutenzione e manifestavano in particolare la presenza di abbondanti quantità di polvere ed evidenti emissioni in atmosfera al passaggio dei mezzi. Il posizionamento dell’area adibita allo stoccaggio dei detriti di estrazione era completamente difforme dal progetto in quanto realizzato fuori dal cantiere, al’interno di una vicina cava. Quest’area di stoccaggio, realizzata con l’assenso verbale di un’altra ditta, non risulta autorizzata dagli enti competenti. È stata inoltre riscontrata la presenza di scavi non autorizzati".

Dall’analisi effettuata dalla Regione in base alle planimetrie fornite dalla cava sotto accusa, è emerso infatti che l’area difforme occupi circa 275 metri quadri, per un’altezza media di 23 metri, equivalenti a circa 6.325 metri cubi.

In una successiva nota del direttore dei lavori è stato inoltre riportato che le quantità escavate in eccesso siano di circa 6.120 metri cubi, "sebbene la ditta – prosegue l’ordinanza del Parco – specifichi che gran parte di quel materiale rimosso in assenza di autorizzazioni al di fuori dell’area autorizzata dal progetto di coltivazione risulti materiale di scarto privo di valore commerciale e che i volumi riferibili alla pietra del Cardoso commerciabile ammontino solo a circa 960 metri cubi".

Da qui l’ordinanza che ha disposto la sospensione immediata di ogni attività estrattiva nelle aree interessate dalle difformità, la realizzazione di un sistema di contenimento delle acque meteoriche di prima pioggia e l’obbligo, entro 45 giorni, di effettuare vari ripristini tra cui la rimozione di polveri e fanghi nonché delle aree di stoccaggio in difformità.