REDAZIONE VIAREGGIO

Il ‘Peppone’ della Versilia

Francesco "Cecco" Santini, figura politica di Camaiore, ricordato per il suo impegno genuino e la dedizione alla comunità, un esempio di servizio pubblico autentico e concreto.

Il ‘Peppone’ della Versilia

Quando la politica era più sostanza (“c’è da risolvere un problema? Rimbocchiamoci le maniche, al lavoro”) che apparenza (“quanti ‘mi piace’ ho avuto sul mio post?), nel consiglio comunale di Camaiore c’era un personaggio – pur trovandosi all’opposizione – che interpretava al meglio questo modo di essere al servizio dei cittadini: Francesco o meglio Cecco Santini, classe di ferro 1922, scomparso a 91 anni nell’autunno del 2013. Era il leader dei Comunisti ma – garantivano per lui i suoi amici democristiani – non aveva... mai mangiato bambini. Per la sua fisicità, per la passione che sprigionava in qualsiasi momento della sua vita pubblica, a chi scrive, ricordava il Giuseppe Bottazzi, ovvero il “Peppone” della saga con Don Camillo di Giovanni Guareschi, non solo perché aveva fatto il partigiano, ma soprattutto per quel voler ragionare sempre con la sua testa, pur rimanendo fedele ai suoi ideali: guardare che rimane indietro e ha bisogno di una mano era uno dei suoi punti cardinali, trovando in questa filosofia anche alleati convinti sul fronte politico rivale.

Prima impiegato e poi direttore delle Poste, “Cecco” Santini ha riempito la sua esistenza non solo pensando alla sua bella famiglia o al partito ma alla comunità di Camaiore, impegnandosi a tutto tondo con incarichi di responsabilità nella ‘Corsa’, il gran premio ciclistico, e poi la società calcistica bluamaranto, sempre con le maniche della camicia rimboccate. Per fare e non per praticare ‘l’armiamoci e partite’ . Una vita, dunque, in prima linea. Con impegno, dedizione, preparazione accurata, determinato, vero: fino a quando ha potuto è rimasto non solo in consiglio comunale, ha visto la ‘prima volta’ della sinistra alla guida del Comune (1994, con Cristiano Ceragioli sindaco, uno dei suoi allievi), ma anche all’interno di quella Sinistra che dalla conversione della ‘Botteghina’ in avanti – primi anni ‘90 – ha perso una vera identità. Fra gli aneddoti che affollano la sua vita e che spuntano nei racconti di chi l’ha conosciuto e apprezzato, c’è anche un tovagliolo con ricamate una piccola falce e e un martello, frutto delle mani ispirate della moglie di uno amico-avversario politico. Il tutto per ricordare una trasferta di lavoro a Palermo, quando forse per la prima volta nella sua vita, Cecco Santini ebbe garbatamente da ridire per il servizio in un ristorante di prestigio dove era stato invitato: accanto alle posate c’erano infatti solo tovaglioli di carta...