Alla ricerca della felicità, che nella chiave filangieriana costituisce il fine ultimo di ogni buon governo, punta il nuovo piano strutturale (a vent’anni dall’ultimo, approvato nel 2004) che l’amministrazione Del Ghingaro ha affidato allo studio dell’architetto Stefano Boeri.
I macro obiettivi
"Il concetto di felicità non è filosofico – ha detto il sindaco Giorgio Del Ghingaro, durante la presentazione del percorso partecipativo che accompagnerà la stesura del piano –. Ma un concetto concreto, che si può sviluppare attraverso lo studio delle esigenze e di pari passo al tema dell’innovazione e della sostenibilità". Sono dunque questi, innovazione, sostenibilità e felicità, i macro obiettivi a cui aspira il nuovo piano. "Vogliamo che questo strumento abbia un sviluppo innovativo per poter guardare ai prossimi vent’anni di Viareggio, e che questo sviluppo si basi su un modello sostenibile, per poter arrivare al miglioramento della felicità collettiva".
Nuove pianificazioni
Salvo "due eccezioni", non sono previste nuove cementificazioni: "Sottolineo questo perché la nostra città è una delle più densamente urbanizzate della Toscana. Le uniche nuove pianificazioni – ha annunciato il primo cittadino – riguardano la creazione di un centro poli-culturale e di grandi aree verdi da integrare con il tessuto urbano". L’area individuata per il nuovo centro congressi – immaginato per valorizzare la vocazione turistica della città, decentrandola dalla stagione balneare – è quella industriale di Bicchio, dov’è prevista anche la costruzione della nuova piscina pubblica. "Fondamentale in questo percorso sarà la partecipazione – ha sottolineato infine il sindaco –. Dunque ci aspettiamo idee, suggerimenti, spunti, anche critiche, sollecitazioni... Così che questo piano possa toccare tutte le necessità, e offrire il miglior risultato".
Cinque aree ecologiche
Il lavoro dello studio di Stefano Boeri - che al centro dei suoi interventi pone da sempre il rapporto fra uomo e natura, sublimato dal progetto del “Bosco verticale“ di Milano – è partito dalla suddivisione delle città in cinque aree ecologiche, "che hanno un’identità forte e si affiancano in maniera netta e senza grande osmosi". La prima area è quella “urbana“, "costruita ad alta densità, che occupa in modo estensivo il territorio". Poi la “campagna abitata“, "Per cui – ha premesso l’archistar – ci piacerebbe studiare dei percorsi e introdurre sistemi di sostenibilità energetica", passando poi alla “fascia costiera“, "con il polo della cantieristica, in cui occorre trovare il giusto equilibrio tra l’ambiente e il sistema produttivo, e la fascia degli stabilimenti balneari, su cui possiamo pensare di intervenire per rendere più efficiente il sistema di estensione della stagione". La quarta area ecologica è quella della “Pineta“, "una delle risorse più incredibili di Viareggio", e infine il “padule“. "Quest’ultima è una zona naturale e ricca di biodiversità, fondamentale per la qualità della vita ma anche per attrarre un nuovo turismo attento all’ecologia". Boeri ha parlato anche del Burlamacca, "Un canale che rappresenta la connessione naturale tra le diverse aree, dalla fascia costiera al padule, su cui abbiamo già iniziato a lavorare ad un piano di valorizzazione".
Dall’avvio all’approvazione
L’iter del piano strutturale – che l’amministrazione punta ad approvare con una discreto margine d’anticipo rispetto alla fine del mandato elettorale – prevede tre fasi: avvio, adozione, e approvazione. "Nell’attesa – ha concluso l’assessore all’urbanistica Federico Pierucci – la città non è ferma. Questo procedimento si interfaccia con il nuovo piano del Parco e si interseca con il piano particolareggiato delle Pinete e la variante al margine meridionale della città, che tornerà in consiglio ad aprile per la controdeduzioni".