"Il reddito di cittadinanza non vale uno stipendio vero"

Bernacchini: "La pandemia ha messo in crisi le aziende, e queste fanno pagare il conto ai dipendenti che non vengono pagati"

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"Le polemiche delle aziende turistiche non hanno senso. Il reddito di cittadinanza è poca cosa rispetto a uno stipendio vero. E se ci sono problemi, si possono risolvere con l’intervento degli Enti bilaterali del turismo". Anche Giovanni Bernicchi della Cisl Fisascat respinge le accuse lanciate ai lavoratori.

"Ci sono sportelli appositi per le necessità di determinate qualifiche – spiega Bernicchi – E’ un aiuto per il sindacati e gli imprenditori. Viviamo una situazione particolare, legata alla pandemia e ai suoi riflessi sul turismo che di tutti i settori ha dato sofferenze alle aziende e ai lavoratori. In Versilia le attività sono ripartite a metà maggio, e qualche imprenditore purtroppo si è approfittato della manovalanza: quante denunce e vertenze si sono fatte negli anni perché c’erano situazioni del personale non riconosciuto e pagato correttamente del personale? Gli addetti al turismo non sono di seconda linea: hanno qualifiche specifiche di cuoco, bagnino e via elencando. Quindi sarebbe da verificare quanto sia vera questa asserita carenza di personale".

"Perché – insiste il sindacalista Cisl – non si può equiparare il reddito di cittadinanza a un reddito contrattuale del turismo. Non sono le stesse condizioni economiche per cui uno preferisce restare a casa a non fare niente. Alla base, ci sono lavori qualificati seguiti dalle organizzazioni sindacali, con stipendi che dipendono da qualifiche e accordi, ma superano sicuramente i 1.000-1.200 euro, qualcuno arriva a 1.500. Però capita che cuochi e aiutocuochi siano inquadrati part-time e poi lavorino a tempo pieno. Il reddito di cittadinanza non ha un valore simile, e non prevede Naspi come il contratto nazionale dei lavoratori stagionali. Il problema è che spesso, soprattutto i pubblici esercizi, non rispettano il contratto di lavoro nazionale del tempo pieno. La pandemia ha messo in difficoltà le piccole e medie imprese, ma la crisi è stata fatta pagare ai lavoratori dipendenti: abbiamo dovuto intraprendere azioni legali per recuperare crediti e retribuzioni, in alcuni casi. Per questo bisogna ricordare che c’è l’ente bilaterale del turismo che a volte mette anche al riparo da situazioni incresciose tra aziende e lavoratori".

b.n.