
Le meraviglie dell’antro del Corchia
Arroccato alle pendici del Monte Corchia sulle Alpi Apuane, Levigliani è un minuscolo borgo che custodisce l’anima più ruvida e poetica della montagna. Frazione del comune di Stazzema, in provincia di Lucca, Levigliani si svela dopo una strada che serpeggia tra boschi di castagni e faggete come un luogo fuori dal tempo, dove la pietra e il silenzio hanno molte storie da raccontare. Qui l’uomo ha sempre convissuto con la montagna, che lascia intravedere squarci di marmo bianco che brillano tra le cime e custodisce stalattiti e stalagmiti modellate dal tempo.
A Levigliani, infatti, si trova l’Antro del Corchia, il sistema carsico più esteso d’Italia e uno dei più affascinanti d’Europa. Un viaggio sotterraneo nel cuore della montagna è reso possibile da un percorso attrezzato lungo quasi due chilometri e accessibile anche alle famiglie. Accompagnati da guide esperte, la grotta regala emozioni pure, tra giochi di luce ed echi millenari.
Ma la montagna è anche duro lavoro: ne sono testimoni due musei che raccontano la tradizione del marmo, che ha segnato la vita del paese per secoli. Il Museo di comunità e impresa Lavorare Liberi racconta l’attività di estrazione del marmo che, rispetto ad altri luoghi, è qui gestito direttamente dagli abitanti del paese sotto forma di cooperativa. Questa amministrazione collettiva che unisce imprenditorialità e uguaglianza è un fulgido esempio riuscito di gestione dei beni comuni. Il Museo della Pietra Piegata è anch’esso legato al marmo e offre una panoramica sulla lavorazione del marmo attraverso i secoli.
Anche le Miniere di Argento Vivo di Levigliani, attive sin dal 1153, rappresentano un sito minerario di interesse poiché è il più antico dell’Alta Toscana. In queste miniere si estraeva il cinabro, un minerale rossastro utilizzato nel Medioevo per produrre pigmenti rossi nelle botteghe fiorentine e, successivamente, per ricavare mercurio impiegato nell’estrazione di metalli preziosi e nella concia delle pelli. Oggi, le miniere sono visitabili attraverso percorsi guidati che permettono di esplorare due principali gallerie: una più antica, dove è possibile osservare goccioline di mercurio nativo che emergono dalle pareti rocciose, e una più recente, risalente ai primi del ‘900, dotata di rotaie e carrelli per il trasporto del minerale, testimonianza dell’archeologia industriale locale.