Il Solito Dandy, l’umano sognatore : "L’arte del mio mondo “nascosto“ rivela i suoi segreti nelle canzoni"

Domani Fabrizio Longobardi, cantante e direttore artistico de “L’incanto dei rioni“, in concerto in Cittadella "Carnevale e mare uniscono follia e profondità, comeuna duplice visione di leggerezza e malinconia".

Il Solito Dandy, l’umano sognatore : "L’arte del mio mondo “nascosto“ rivela i suoi segreti nelle canzoni"

Fabrizio Longobardi, in arte Il Solito Dandy, sul set di “Franca“, il suo ultimo singolo- Foto di Giulia Bianco

Come un universo estraneo al tempo che scorre e passa veloce. Come una città d’altri tempi, in cui la libertà carnevalesca si unisce alla profondità e malinconia del mare. Così, Fabrizio Longobardi, in arte Il Solito Dandy, cantante finalista dell’ultima edizione di X Factor e direttore artistico de L’incanto dei rioni scorso, la racconta, la vede, la immagina. Ed è così, che se ne è innamorato, di una libertà e profondità che trasmette anche nella sua musica e che porterà, domani sera, in concerto, sul palco della Cittadella.

Fabrizio, “Supersonico sogno di un mondo nascosto“ è il suo ultimo ep. Qual è il mondo nascosto de Il solito Dandy?

"Non ho un vero mondo nascosto, perché alla fine con l’arte quel mondo che tengo dentro finisce nelle canzoni. L’idea di Supersonico era quella di parlare del mondo nascosto dell’essere umano, e della sua invincibilità davanti alle difficoltà e debolezze".

Il mondo del Carnevale, invece, come lo ha trovato?

"Il Carnevale e L’Incanto dei Rioni danno la possibilità di tirar fuori quel mondo nascosto, e con i bambini la cosa è ancora più libera, perché hanno la capacità di inventarsi un percorso non obbligato e pieno di fantasia. Sono stati sorprendenti, supervirtuosi".

Nel video di “Inarrestabile“ ci sono i costumi di “Il circo dei sogni“ di Alessandro Avanzini..

"Sono rimasto affascinato da questi occhi, perché sono simboli ricorrenti anche nel mio percorso ad X Factor, su Dalì e il surrealismo. Così ho Viareggio anche nella mia musica".

Da piccolo sognava già di cantare?

"Sono sempre stato legato alla creazione. Ricordo che ad una recita di scuola la preside disse ai miei genitori di iscrivermi ad un corso di recitazione. Loro mi iscrissero ad un corso di scii e io non ho mai recitato così bene: una volta avevo male alla gamba, un’altra alla pancia. La musica, però, l’ho sempre ascoltata, a modo mio non pensavo di fare il cantante, ma comunque qualcosa di creativo".

Della musica viareggina, che ne pensa?

"Ho ascoltato molte cover sul Carnevale, della tradizione e di cantautori contemporanei, come l’omaggio a Biagini. C’è un’influenza matta e profondissima in questa città, in cui Carnevale e mare uniscono follia e profondità, come se avesse una duplice visione di leggerezza e malinconia insieme, dove puoi essere chiunque vuoi, e sei".

E lei, dopo X Factor, chi è?

"X Factor mi ha fatto sentire libero, mi ha aiutato ad essere più pratico, a non rimuginare troppo".

Progetti futuri?

"Qualche data in giro, e stiamo scrivendo e registrando a Pietrasanta il nuovo disco, che raccoglie la mia esperienze pre, durante e dopo X Factor, da commesso di abbigliamento alla musica come mestiere".

Gaia Parrini