Viareggio, 2 agosto 2023 – Sessantatré mesi dopo l’ultima partita disputata il 29 aprile 2018.... Cinque anni e spiccioli dopo, lo stadio dei Pini-Torquato Bresciani non riapre i battenti. Riapre però le porte per accogliere nel suo grembo i mezzi e le maestranze chiamate a dare la prima sgasata "ai lavori di riqualificazione e recupero funzionale" dell’impianto, per una spesa di poco superiore ai sette milioni e mezzo di euro, per arrivare ai dieci previsti ci sarà la ricostruzione della pista e delle pedane per l’atletica leggera.
Ovvio che qualcuno esclami "era l’ora". Scontato inizi già il conto alla rovescia, visto che il capitolato d’appalto concede alla ditta Costagliola di Milano, un anno e mezzo, 540 giorni, per completare l’impianto, pista esclusa (che fa parte del secondo lotto).
Insomma, il dado è tratto. Così i... pensionati e i curiosi potranno darsi appuntamento cammin facendo attorno allo stadio per vedere giorno dopo giorno l’avanzamento del lavori. E sarà una curiosità naturale visto che lo stadio è un’entità che propone una memoria condivisa – non solo sportiva: ricordate che cosa accadde allo stadio il 7 luglio 2009... – dalla stragrande maggioranza, se non la totalità, della comunità viareggina.
L’antenato dello stadio dei Pini era in principio un campo in mezzo ai pini, spostato verso il collegio Colombo, ‘cancellato’ nell’estate del 1944 dai militari americani della divisione Buffalo e trasformato in un accampamento e poi in un ospedale da campo. Poi, passata la guerra, il ritorno del calcio, tanto da accogliere – con le tribune in legno – addirittura due campionati di serie B del Viareggio e poi il primo vagito della Coppa Carnevale. A metà degli anni ‘50, la decisione di trasformare il campo in stadio. E con le tribune e le gradinate in muratura, lo stadio dei Pini venne inaugurato il 19 luglio 1959.
Da quel giorno in poi, lo stadio ha fatto la storia dello sport (non solo calcio) e dello spettacolo, un solido punto di riferimento per proiettare nel mondo l’immagine di Viareggio, grazie anche alla tv, quando - a metà degli anni ‘60 – il Comune e i dirigenti del Cgc Viareggio riuscirono a convincere il Coni e la Fidal (la federazione italiana di atletica leggera) a far sì che allo stadio venisse montata la prima pista in tartan d’Italia. Fu come accendere una miccia: incontri internazionali, meeting, mondiali militari, "pancia mia fatti capanna" per Viareggio e la Versilia in tv e lancio in orbita dell’economia turistica legata allo sport.
Lo stadio dei verrà, anche se il mondo dello sport è cambiato radicalmente, potrebbe riallacciarsi al passato con la stessa filosofia che ha garantito ottimi risultati. Vedremo.
Giol