Ancora oggi, e sono passati trent’anni dalla drammatica notte fra il 31 dicembre 1994 e il 1 gennaio 1995, vengono i brividi e sui volti delle persone, quelle duramente colpite dalla tragedia, il rigagnolo di lacrime di commozione, è facile che si trasformi in fiume. In un incidente stradale persero infatti la vita tre persone, un uomo (Alfonso Ninci, 48 anni, titolare di un’attività commerciale in via Garibaldi a Viareggio) e due studentesse del liceo scientifico “Barsanti e Matteucci”, Valentina Schiavi, 15 anni e Paola Ferrari di un anno più grande. Altre tre persone, la moglie e la figlia di Ninci e un’altra studentessa, rimasero seriamente ferite.
Il dramma si consumò intorno alle 3: Ninci, conosciutissimo in città, e la moglie erano andati a prendere la figlia e le sue amiche in un albergo di Lido di Camaiore, dove avevano partecipato ad una festa di giovani per celebrare la fine dell’anno nuovo e l’arrivo di quello nuovo. Il sorriso e la spensieratezza di quei momenti diventarono tragedia in un attimo. Il Golgota di quella notte fu l’incrocio fra via Italica e via Trieste, all’altezza del ristorante ‘La Cantina”, incrocio che all’epoca non era segnalato dal semaforo ma da un semplice segnale di stop sull’asfalto – per chi percorreva via Trieste, in entrambe i sensi di marcia – e dai dossi per rallentare la velocità.
Il conducente di una Golf, proveniente da Marina di Pietrasanta non si rese conto della presenza dello stop (pur conoscendo bene la strada) e senza rallentare né tanto meno frenare piombò a tutta velocità sull’auto condotta da Alfonso Ninci, scaraventandola verso il ristorante, ‘protetto’ da alcuni grossi vasi di fiori: i primi soccorritori si resero subito che fra i sei occupanti dell’auto investita c’era feriti gravissimi. In quel tumulto di sirene delle ambulanze, disperate richieste di aiuto, persone scioccate anche fra i conducenti delle altre auto che avevano assistito all’incidente, corse disperate verso l’ospedale, non fu facile per gli agenti della polizia stradale guidati dall’ispettore Domenico Manieri gestire l’emozione. Con il passare dell’ore, il bilancio dell’incidente assunse contorni pesanti, tre morti e cinque feriti, i tre dell’auto investita e i due (il conducente finì poi ovviamente di fronte al giudice) che si trovavano sulla vettura che aveva provocato il dramma.