ll suo paragone attinge dall’atavico e italico dilemma: tante potenzialità ma poco sfruttate. Un Paese pieno di città d’arte ma incapace di accogliere tutti gli appassionati. E così pure la costa toscana: lunghissima, ma con un risicato numero di ormeggi. Stimolato dal recente editoriale "La sfida del turismo, equilibrio difficile fra vivibilità e competitività" a firma della vice direttrice de La Nazione Cristina Privitera, l’amministratore unico della "Spartivento" Stefano Pizzi interviene direttamente dalla fiera nautica a Düsseldorf per lanciare un appello affinché il turismo del mare diventi una priorità per le istituzioni. L’azienda, con sede a Roma e attiva dal 2001, ha sei basi tra cui quella a Marina Cala de’ Medici (Li).
Il motivo principale per cui ha sentito il bisogno di contattarci.
"Perché avete toccato il tema attuale dell’overtourism a Firenze e delle criticità che oggi il settore deve affrontare anche al di fuori di città d’arte o di grande attrattiva per i turisti, italiani e stranieri. La mia riflessione si allarga al mare, uscendo fuori dal tessuto urbano delle grandi città toscane, dei piccoli borghi e delle sue meravigliose campagne. La Toscana ha nel mare un altro grande tesoro da sfruttare, ma nonostante il mercato dello yachting sorrida insieme a quello del charter, ha delle potenzialità inespresse".
I numeri sono buoni, quindi?
"Senz’altro. Il settore del charter in Italia vale oltre 6 miliardi di euro e anche noi, nel nostro piccolo, stiamo crescendo. Diamo lavoro a 110 dipendenti, di cui 76 fissi più gli stagionali, e disponiamo di 130 barche di proprietà, per un patrimonio pari a 35 milioni: sono dati importanti, ma vanno superate le criticità dei servizi".
Si spieghi meglio.
"Abbiamo bisogno di spazio, al pari dei visitatori delle città storiche e d’arte che hanno perenni difficoltà a trovare parcheggio. È una carenza che si fa sentire anche lungo la costa: la necessità di più ormeggi è quella più sentita in assoluto. Alla Cala de’ Medici abbiamo 11 barche ma ce ne vorrebbero 30. Mi viene in mente Perugia, dove hanno inventato le scale mobili: è un modello virtuoso che andrebbe esportato anche nella nautica. Le coste della Toscana non sono sfruttate come meriterebbero: siamo indietro, basta guardarsi intorno".
Qualche esempio.
"A Livorno c’è un porto in progettazione: speriamo facciano presto. Invece di quello previsto a Piombino, per oltre 1.000 posti barca, non si sa nulla. I porti di Viareggio e Marina di Carrara sono piccoli e stanziali, per la gente del posto. Quando parlo di servizi e progetti importanti mi riferisco all’attività di noleggio e turismo".
Il trend attuale?
"È in costante crescita il noleggio di lusso con l’equipaggio, mentre cala la fascia media. La gente ha poco tempo per le vacanze e quando le fa vuole essere servita e riverita. I catamarani sono ville sul mare".
Possibili soluzioni?
"L’aiuto dello Stato per acquistare barche a bassi interessi: sarebbe interessante in quanto gli investimenti sono enormi. Ci vuole una tavola rotonda per parlare di turismo nautico coinvolgendo il governo e realtà come Assonautica e Confindustria nautica".
Daniele Masseglia