VIAREGGIOUn finto avvocato che bussa alla porta o telefona per chiedere una cauzione per liberare figli o nipoti coinvolti in incidenti con vittime, prospettando conseguenze pesanti per chiunque si rifiuti. Un’apparente gioco di magia, due monete che cadono di fronte ad uno sportello bancomat, un gioco di velocità, uno sguardo al pin della vittima e, con gesto fugace, il furto del bancomat. Un occhio al portafoglio, tra i banchi del mercato, per controllare la disponibilità della vittima. O una macchina che, ad alta velocità, si scaglia contro lo specchietto di un’altra, simulando un incidente e approfittando del momento di caos per derubare l’accidentato degli oggetti interni all’auto, o l’auto stesso.
Sono solo alcuni dei possibili scenari, delle ipotesi divenute, purtroppo, più di una volta realtà, portate ad esempio dall’Arma dei carabinieri e dal suo comandante Marco Colella nell’incontro che ieri ha riunito nell’oratorio della chiesa di Santa Rita molti anziani della città. Esempi, alcuni, apparentemente paradossali, incredibili, inverosimili anche al solo pensiero che possano, nella realtà, accadere per davvero, e soprattutto direttamente a noi, come individui. Dagli acquisti e le vendite online che si trasformano, invece, in una ricarica della carta di credito del truffatore, alle truffe cosiddette amorose, come il caso di una signora in Francia che, convinta di essere fidanzata con Brad Pitt, gli ha consegnato, senza volto e senza nome, 850 mila euro.
"Un caso frequente – commenta Marco Colella allo stupore dei presenti –. Come quello di alcune ragazze che, da altri Paesi, inviano messaggi a uomini instaurando un rapporto affettivo con loro e facendo arrivare da questi soldi per biglietti aerei per raggiungerli o per finti infortuni".
Situazioni, queste, apparentemente improbabili, ma che vanno a insidiarsi tra le pieghe delle debolezze e le fragilità delle persone più sole, anziane come no. E che nascono, però, molto spesso proprio a partire dall’età delle persone individuate, "anche dalle cose più semplici – sottolinea una signora tra il pubblico –. Ad esempio nei negozi, quando vedono l’anzianità, non danno il resto, o lo danno sbagliato. Al telefono, per capire se possono attecchire, chiedono subito “quanti anni ha?“".
"O in fila tra i banchi del supermercato – aggiunge un’altra partecipante –. Una volta mi è capitato di essere avvicinata, mentre sceglievo tra burro e formaggio, da due ragazze che mi hanno chiesto consiglio. Arrivata alla cassa, mi sono resa conto che mi mancava il portafoglio, ritrovato il giorno dopo nascosto tra gli scaffali dei biscotti: dentro non c’era più nemmeno un euro, solo i documenti".
Una richiesta di aiuto, una parola, e a volte anche un abbraccio, che possono essere, invece, sintomo di un tentativo, di furto o truffa.
"Una volta ero in Sicilia, mi si avvicinò un uomo abbracciandomi e chiedendomi come stessi, e sapeva già tutto di me, ma io non lo avevo mai visto e conosciuto. In quell’abbraccio, però, non riuscì a rubarmi niente, perché avevo il borsello ben legato", racconta il signor Graziano, offrendo la sua testimonianza personale di una rapina evitata, lasciando da parte, forse per paura, quelle che, invece, così bene non sono finite.
"‘Devo darle questo’, mi disse una volta un ragazzo porgendomi un foglio fuori dalla porta di casa, facendo però pressione per entrare, ma riuscì immediatamente a chiuderla. Hanno tentato poi più di una volta ad entrare i ladri, ma grazie ai vicini si è scampata la rapina", conclude un’altra signora, offrendo non soltanto la sua voce ma anche una speranza che, se svanita e appattita tra i racconti e le vicende truffaldine, riprende vita nell’aiuto, solidarietà e nel senso di comunità e di rete di un’intera città.
Gaia Parrini