DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

"In Cina ho superato me stesso". Fabio racconta la sua impresa. La città ha un nuovo campione

Il trionfo ai mondiali di ciclismo juniores lancia Del Medico tra le giovani promesse della disciplina "Per farcela bisogna conciliare impegno e divertimento". Oggi la festa nel suo quartiere del Crociale.

"In Cina ho superato me stesso". Fabio racconta la sua impresa. La città ha un nuovo campione

Fabio Del Medico con la medaglia d’oro al collo dopo la vittoria in Cina

Tutta la città ha gioito con lui quando ha tagliato il traguardo superando gli avversari per pochissimi centimetri per poi alzare il braccio al cielo insieme alla bandiera tricolore. E oggi alle 18 ci sarà la meritata festa al Crociale, quartiere in cui vive Fabio Del Medico, neo campione del mondo di ciclismo juniores nella specialità Keirin. Il 18enne, iscritto all’ultimo anno dell’istituto “Artiglio“ di Viareggio, vive con i genitori e il fratello.

Cosa si prova ad essere campioni del mondo?

"Una sensazione bellissima, anche perché non me lo sarei mai aspettato. Dopo la delusione agli europei in Germania, dov’ero arrivato settimo nonostante le buone aspettative, in Cina avevo pronosticato il quinto posto, al massimo terzo".

Quando hai capito di farcela?

"Alla fine dell’ultima curva ho visto che stavo rimontando gli altri corridori. Lì ho capito che avrei potuto portare a casa il primo posto. Ho vinto per mezza ruota in più. Mi sono superato: è stato bello abbracciare dal vivo mio babbo Andrea e mio fratello Gabriele: sono stati loro a trasmettermi questa passione".

Raccontaci i tuoi esordi.

"Anche loro hanno praticato ciclismo e mi hanno insegnato questo sport quando avevo solo 4 anni. Non mi sono più fermato, finché ho deciso di tesserarmi prima con il Pedale Pietrasantino e da tre anni con il Veloclub Empoli. Da due anni sono entrato nella Nazionale e mi allena Ivan Quaranta".

Quanto ti alleni?

"Ogni giorno. Il lunedì e venerdì vado in palestra, il martedì e giovedì vado con la Nazionale a Montichiari, dove c’è l’unico velodromo coperto in Italia. Gli altri giorni mi alzo alle 8 e pedalo un paio d’ore al giorno, arrivo fino a Pisa o a Bocca di Magra".

Sacrifichi molto la vita privata?

"In realtà no, credo che il segreto sia impegnarsi ma anche divertirsi. Un tempo non c’era tutta questa pressione, ora i giovani vogliono subito il risultato. Ci vuole più ’leggerezza’ e tutto, prima o poi, arriverà".

Hai vinto un mondiale, un torneo internazionale, quattro campionati italiani: obiettivi?

"Sicuramente far parte dell’elite della Nazionale e riuscire ad entrare in un corpo armato, come le Fiamme Gialle. Mi darebbe maggior sicurezza, anche economica, in quanto stipendiato come un membro delle forze armate. E poi sei seguito molto meglio. Ora però penso a godermi questo momento.