In città torna la notte delle “Baldorie“. Ma con più attenzione per l’ambiente

Dopo le proteste dei residenti preoccupati per la tossicità dei materiali bruciati più spazio ai covoni di pinugliori raccolti in Pineta. E nel parchetto di via Del Pastore al Varignano, in seguito alla guerriglia della settimana scorsa, sono spartite le cataste di pancali .

In città torna la notte delle “Baldorie“. Ma con più attenzione per l’ambiente

Dopo le proteste dei residenti preoccupati per la tossicità dei materiali bruciati più spazio ai covoni di pinugliori raccolti in Pineta. E nel parchetto di via Del Pastore al Varignano, in seguito alla guerriglia della settimana scorsa, sono spartite le cataste di pancali .

È il giorno delle baldorie. Con una particolarità: la tradizionale festa dedicata alla Madonna tocca il traguardo dei 170 anni (per la storia completa, c’è la pagina a fianco). Ma proprio questa edizione della ricorrenza, verosimilmente, sarà celebrata sarà in salsa minore.

Mentre è stata approntata la baldoria ’istituzionale’, infatti – quella patrocinata dal Comune che si tiene nel parcheggio del mercato ortofrutticolo –, nei quartieri regna una calma (quasi) piatta. Anche al Varignano, dove la festa viene omaggiata, a cose normali, con il maggiore entusiasmo. Ieri mattina, nel campetto di via del Pastore dove di solito vengono accatastati i pancali in vista della baldoria, non c’era traccia di preparativi. L’unica cosa degna di nota erano i resti dei pancali bruciati la settimana scorsa, quando la catasta di legname tirata su faticosamente dalla gente del quartiere è stata smantellata per motivi di sicurezza, e i ragazzi, per ’reazione’, hanno dato fuoco a quel poco che era rimasto, provocando momenti di tensione con i vigili del fuoco.

Le tracce dell’incendio, nel campetto, ci sono ancora. Ma a quanto pare, nessuno si è dato la briga di rimettersi a cercare pancali da bruciare nella fatidica data del 7 settembre. Almeno in via del Pastore. Ma pure nei dintorni, sia curiosando nei parcheggi che negli spiazzi liberi – dal Vasco Zappelli a tutta la via del Forcone, fino a piaza Neruda e al quartiere Bonifica – non si trovano sedie, panche o pancali accatastati in vista dell’accensione.

Per la gioia, forse, di quei residenti che da qualche anno vivono la ricorrenza con un certo timore: avevano pure scritto al nostro giornale, qualche settimana fa, per denunciare che da qualche tempo a questa parte, oltre ai tradizionali pinugliori che svaniscono in un lampo di fuoco, sprizzando nell’aria le minonne, nel fumo che saliva verso le finestre dei palazzi del quartiere si respirava anche l’odore acre di vernici e plastica bruciate. Chi si barrica in casa per evitare di respirare la ’nube tossica’, potrà tirare un sospiro di sollievo. Meno sereni, con ogni probabilità, saranno quei ragazzi per i quali la serata delle baldorie è un momento di aggregazione.

L’unica baldoria ’superstite’, al Varignano, è quella organizzata dal cantiere sociale in via della Vetraia, in cui effettivamente, come vuole la storia della festività, si appicca il fuoco a covoni di pinugliori raccolti in pineta. Gli organizzatori ne hanno dato notizia al quartiere alla vecchia maniera, ’affiggendo’ il messaggio, scritto con una bomboletta nera su un lenzuolo bianco, in piazza Karlovy Vary, nel cuore pulsante del Varignano.

Negli altri quartieri, invece, le minonne non illumineranno il nero della notte: gli abitanti di centro, Marco Polo, don Bosco dovranno attraversare la Burlamacca per sentire il crepitio del fuoco. Un’edizione nel segno della sicurezza. Ma con una minore iniezione di entusiasmo.

Marco Principini