In difesa dei cacciatori. Dati contro la Regione

Il vicepresidente di Liberacaccia torna a far sentire la sua voce "Firenze mette in ginocchio chi pratica attività venatoria".

In difesa dei cacciatori. Dati contro la Regione

Sisto Dati, storico politico massarosese e vicepresidente di Liberacaccia, poche settimane fa è uscito vincitore da una lunga battaglia giudiziaria

Sisto Dati, politico di lungo corso che ha ricoperto ruoli di rilievo nelle amministrazioni massarosesi e attuale vicepresidente nazionale di Liberacaccia, tuona contro la Regione, ’rea’ di mettere i bastoni tra le ruote a chi pratica l’attività venatoria. A poche settimane dalla conclusione di un iter giudiziario lungo quattro anni che lo ha visto scagionato dalle accuse, dunque, Dati riprende le redini della politica con la consueta energia.

"La delibera sulla gestione dei richiami vivi in Toscana continua a fare danni ai capannisti – spiega Dati –; stanno emergendo tutte le storture e le difficoltà che avevamo previsto molti mesi fa. La Toscana ha deciso di inventarsi un sistema farraginoso e iper burocratico per registrare i richiami vivi, senza che vi fosse un obbligo normativo nazionale o alcuna disposizione in merito, rendendo la vita difficile ai tanti appassionati che praticano la caccia da appostamento fisso. La Toscana infatti si è inventata l’obbligo di apporre un secondo anello alle già fragili zampe dei richiami senza alcun motivo valido e concreto, in barba anche al benessere degli animali. Ciò che penalizza la nostra categoria sono le informazioni che sono tenuti a fornire i singoli cacciatori e le procedure da seguire – sottolinea l’esponente della nutrita comunità di cacciatori massarosese –; invece di ben amministrare le risorse, ancora ingenti, provenienti dal mondo venatorio, la Regione ogni anno si inventa nuove procedure che hanno come scopo quello di favorire qualche sigla venatoria a scapito dei cacciatori – denuncia ancora Dati – favorendo la diminuzione della categoria".