"In giro c’è troppa violenza cieca. Vige un sentimento di impunità"

Lo storico Luciano Canfora parla dell’omicidio di Malkoum, che riflette una società sempre più alla deriva "Il rispetto e la morale sono stati sradicati dalla mentalità diffusa di arroganza, che fa temere il peggio".

"In giro c’è troppa violenza cieca. Vige un sentimento di impunità"

Luciano Canfora è un filologo classico, grecista, storico e saggista italiano

di Gaia Parrini

VIAREGGIO

Una minaccia e una borsetta rubata in un lampo. E, in un lampo, la reazione, pronta, imminente, di accendere l’auto, partire, rintracciare il proprio rapinatore solo dopo 220 metri, e “tentare“ di bloccarlo, incastrandolo tra la macchina e la vetrina del negozio di fronte. Non una, non due, non tre, ma ben quattro volte. Scendere dall’auto, recuperare la borsetta, ripartire, e restituire l’ombrello prestato per il brutto tempo dal ristorante dove era a cena. Mentre quell’uomo, accasciato sul marciapiede, di lì a poche ore, sarebbe morto. È la fotografia di un dramma a doppio filo, quello che lega Said Malkoum, che a 47 anni, dopo un’esistenza passata ai margini, al margine di una strada se ne è andato, e Cinzia Dal Pino, imprenditrice viareggina che, per riportare a casa la borsetta appena rubata, si è portata via anche una vita. In una fotografia, ancora più drammatica, di una società che, come descrive lo storico, saggista e classicista Luciano Canfora, ha perso qualsiasi valore di rispetto e tolleranza, lasciando spazio, invece, a sopraffazione e vendetta.

Professor Canfora, osservando l’episodio dell’omicidio di Said Malkoum anche dal punto di vista storico, cos’è che fa scattare reazioni di questo genere, e quanto riflette la situazione sociale attuale?

"Credo che abbia ragione la senatrice Segre che tempo addietro, non più di un paio di settimane fa, ebbe a dire che con un’estrema destra governativa quello che un tempo si evitava di fare diventa ormai possibile, in una condizione di impunità. Un sentimento che condivido perché la cosa è più grave da un paio di anni".

C’è stata una reazione forte da parte dell’opinione pubblica, in cui un gran numero di persone osanna ad eroina Dal Pino. Non c’è più nella nostra cultura il sentimento di compassione, di pietà per una persona, che nonostante la condotta della sua vita, è morta?

"Si potrebbe dire che l’insegnamento fraterno del cristianesimo è arrivato purtroppo a livelli sempre più bassi, non riesce più a conquistare la mente dellepersone. La religione alta con insegnamenti morali e di rispetto è stata dimenticata e sradicata dalla mentalità diffusa di arroganza, vendetta, che fa temere il peggio se la situazione continua così".

È dunque una prospettiva sempre più degradante..

"È un modello esterno. Bisognerebbe vedere cosa accade altrove, e lo sappiamo solo dalle cronache, ma fatti simili così gravi fuori non li sento. C’è, sì, una violenza cieca, altrove, come in America dove si spara in maniera inconsueta, dove non ci sono, e non ci saranno, leggi sul porto d’armi, con movimenti estremi e violenti. Sono modelli a cui ci si rifa".

Pensa che un fatto come questo, commesso apparentemente anche con una certa lucidità, che ha visto la signora Dal Pino persino riconsegnare l’ombrello preso in prestito dal ristorante dopo aver travolto per quattro volte con l’auto Malkoum, possa far passare un messaggio che “tutto vale“, anche la giustizia fai da te?

"C’è la convinzione di essere finalmente dalla parte che conta, che si può fare quello che si vuole. La giustizia in senso alto non c’è più. C’è la vendetta e la sopraffazione".

Di fronte questi avvenimenti, la società, la politica, le istituzioni, come dovrebbero reagire e rispondere per cercare una soluzione?

"Ognuno di noi spera che le leggi possano frenare gli impulsi di carattere ferino. E lo speriamo tutti. Ma c’è anche un altro tipo di legislazione che incombe, con decreti sicurezza che portano sempre più inasprimento, con una legislazione punitiva e preventivamente punitiva. Sarebbe molto più saggio essere tolleranti".

C’è chi, tra gli esponenti politici, ha invece detto che se Malkoum non le avesse rubato la borsa, sarebbe ancora vivo...

"È un po’ come la saggezza di Bertoldo: se un occhio è andato via, peccato, ma se l’albero che l’ha portato via avesse avuto due rami, li avrei persi entrambi. È un modo infantile e meschino di ragionare, che non merita commento ma disprezzo".

Si dice spesso che la storia insegna. Ma è così per davvero?

"La storia è necessaria, ma spesso non sufficiente".