Viareggio, 26 luglio 2023 – Ha tremato il cuore della Darsena, il quartiere che Mario Tobino ha fissato “di là dal molo“ nel libro che racconta della sua Viareggio. Dove convivono i grandi cantieri della nautica e l’antica marineria dei pescatori. I bagnanti della Marina di Levante che sciamano in bicicletta e i ricchi armatori che abitano quasi invisibili fra gli yacht ormeggiati lungo le banchine. È qui, dal magazzino della “Versilia Supply Service“, azienda di forniture nautiche che da quasi quarant’anni serve le “signore del mare“ per ogni necessità o capriccio, che nel tardo pomeriggio di ieri è divampato un vasto incendio.
Un rogo che in un attimo è diventato incontenibile, che ha scatenato una serie di esplosioni a catena e liberato nell’aria un colonna spessa di fumo nero spinta dal Libeccio verso le montagne. Visibile da tutta la Versilia. Un’immagine che ha paralizzato la città intera, che di fronte al fuoco ritorna senza scampo, con la mente, all’incubo del 29 giugno 2009. Alla strage del treno deragliato alle porte della stazione, e in cui persero la vita 32 persone. Nessuno , ieri, fortunatamente è rimasto ferito. Nemmeno intossicato da quei fumi irrespirabili.
Erano infatti appena passate le 18, e i dipendenti avevano timbrato da poco il cartellino dopo un’intensa giornata di lavoro. È la stagione calda per la “Versilia Supply Service“, fondata da un’abile intuizione di Giuliano Tomei, oggi presidente del Viareggio Calcio, e che nonostante l’espansione internazionale vive ancora in una dimensione familiare. Dai capitani arrivano valanghe di richieste da soddisfare: da un semplice bullone ai salvagenti, dai razzi di segnalazione alle magnum di Champagne. La Vss, com’è abbreviata per comodità, esaudisce ogni richiesta, anche quella che pare inesaudibile. È capace di trovare e consegnare pure un frutto esotico dal nome impronunciabile, che cresce di là dal mondo. "Basta chiedere" è il motto.
Ma all’ora in cui Viareggio s’indora, quella che anticipa il tramonto, un odore acre ha avvolto le vie Savi e Virgilio. Dove sorgono le prime case dei pescatori, e uno accanto all’altro si stendono cantieri, ditte dell’indotto, case e localini. Il tempo per i vicini di affacciarsi per trovarne l’origine, e le fiamme erano già alte come i pini secolari che incorniciano quelle strade sempre operose e frenetiche.
Il rogo, secondo una prima ricostruzione, dovrebbe essere divampato dal reparto spedizioni. Dove erano parcheggiati quattro furgoni, già carichi per le consegne, e un muletto. E lì si è preso tutto. Ha risparmiato, grazie al lavoro incessante dei vigili del fuoco accorsi sul posto, parte del magazzino dov’è stoccato di tutto. E dai cantieri in tanti si sono mobilitati, accanto alla famiglia Tomei, per tentare di salvare il salvabile.
Perché in Darsena usa così, ci si sostiene l’uno con l’altro. Come i pescatori, quando arriva la tempesta.