Incidente di Lido di Camaiore, l’investitrice in lacrime: “Non vado in giro ad ammazzare la gente”

Il Gip Simone Silvestri ha confermato l’arresto e disposto i domiciliari. L’avvocato Landi preannuncia un accertamento medico-neurologico. “È tutto inspiegabile, penso che la signora abbia avuto un malore”

La donna in Procura

La donna in Procura

Viareggio, 21 settembre 2024 – Al termine dell’udienza di convalida, il Gip Simone Silvestri ha convalidato l’arresto e ha confermato i domiciliari (senza braccialetto) per Ana Katia Pereira Da Silva, la 44enne brasiliana arrestata dalla polizia stradale per aver causato la morte di due giovani studentesse tedesche dopo aver perso il controllo dell’auto nel tardo pomeriggio di mercoledì a Lido. Un fatto che ha scioccato la Versilia e in particolare la comunità camaiorese che ieri ha rispettato il minuto di silenzio disposto dall’amministrazione comunale.

E proprio ieri il sindaco di Camaiore Marcello Pierucci ha contattato in videoconferenza il sindaco di Duisburg Sören Link, per rivolgere a lui e a tutta la città le più sentite condoglianze per la tragica scomparsa di Jasmine Bousnina e Elis Donmez, sue concittadine. Il primo cittadino ha ribadito la vicinanza in questo triste momento, garantendo massima disponibilità e collaborazione qualora le famiglie delle due giovani volessero o dovessero venire in Italia. Il borgomastro Link ha fatto sapere che la comitiva della Gesamtschule Duisburg Mitte è rientrata in Germania e che il Comune si è da subito mosso per assicurare massimo sostegno a studenti e insegnanti.

«Non so cosa mi sia successo, non vado in giro ad ammazzare la gente». Lo ha detto in lacrime Ana Katia Pereira Da Silva al Gip Simone Silvestri, mentre le venivano letti i capi d’accusa e la ricostruzione dettagliata di quanto accaduto quel maledetto mercoledì pomeriggio alle 19 sulla via Italica a Lido di Camaiore. La donna brasiliana residente da 20 anni a Viareggio si presentata ieri mattina in Tribunale a Lucca assistita dai suoi legali, gli avvocati Massimo Landi e Simone Bonuccelli. Davanti al giudice ha scelto di parlare e di rispondere a ogni domanda. Ma di quello che è accaduto non ricorda assolutamente nulla. Buio assoluto, una sorta di black out totale che le impedisce adesso di dare una spiegazione di quanto avvenuto lungo i 250 metri della via Italica fra l’incrocio con la via Roma e quello con il viale Colombo dove la folle corsa si è arrestata.

Avvocato Landi, gli esami tossicologici e alcolemici hanno dato tutti esiti negativi. Che cosa può essere successo? Che idea vi siete fatti?

«Noi riteniamo che l’incidente non sia stato causato da guida imprudente, ma da un malore improvviso per il quale abbiamo intenzione di procedere a svolgere al più presto accertamenti medici tramite tac, ad esempio, o altri esami neurologici che ci consiglierà il consulente medico».

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L’ipotesi di un guasto meccanico dell’auto può essere valida? E quella di una possibile imperizia nel guidare quella macchina potente?

«Sulla questione del guasto momento non sono in grado di dire nulla. Sicuramente faremo fare degli accertamenti tecnici da parte del nostro perito. Imperizia alla guida non credo proprio: la signora è in Italia da più di 20 anni, ha sempre guidato ed era al volante di quella Mercedes intestata al compagno da almeno 5-6 mesi senza alcun problema».

Cosa ricorda di quella giornata?

«Assolutamente tutto. Ricorda di aver fatto delle spese e delle commissioni insieme all’amica. La stava accompagnando al lavoro. Poi non ha cognizione di quello che è avvenuto in quei secondi. Ricorda solo che qualcuno l’ha aiutata a scendere dalla macchina».

E l’amica che le sedeva accanto? Ricorda qualcosa? Cosa dice che sia successo?

«Anche lei conferma la tesi del possibile malore. Quando ha visto che la macchina piegava verso destra sul marciapiede ha cominciato a urlarle. Ma lei, niente, era come catatonica, non rispondeva. Era come assente».

La sua assistita adesso si è resa conto di quello che ha fatto?

«Certamente. È molto provata e disperata per quanto accaduto. Non è affatto indifferente come qualcuno l’ha voluta dipingere anche sui social. È una donna distrutta. Ha pianto dinanzi al giudice e non si capacita proprio di quello che è accaduto. Ha sempre guidato con prudenza e attenzione. È devastata al pensiero delle due studentesse decedute».

Un testimone oculare ha riferito agli agenti della polizia stradale che poco prima delle 19 di mercoledì scorso al semaforo di via Italica con via Trieste si era trovato accodato alla Mercedes guidata dalla Pereira Da Silva. L’aveva superata perché la Mercedes era rimasta ferma al semaforo verde. Percorsi poi un centinaio di metri si era visto sorpassare sulla destra a forte velocità da quella stessa auto che procedeva a forte velocità lungo il marciapiede. Il resto è la cronaca di una tragedia immensa. L’auto falcia le due studentesse piombando alle loro spalle, e ferisce un pedone di nazionalità tedesca. Poi dopo aver superato a destra una fila di auto a velocità sostenuta, urta il palo del semaforo, abbattendolo, travolge altri quattro pedoni (turisti francesi) sul marciapiede e infine va a sbattere contro due auto in sosta e una in marcia che ne arrestato la folle corsa.