Lido di Camaiore, 20 settembre 2024 – Quando all'improvviso l'amica al volante è salita sul marciapiede le avrebbe urlato ma la conducente, come se fosse in trance, non le avrebbe risposto guidando come se fosse assente.
È quanto riferito, come riporta l'ordinanza di custodia cautelare, dalla donna che viaggiava come passeggera sull'auto condotta da Katia Pereira Da Silva, la 44enne che alla guida di una Mercedes Gla mercoledì a Lido di Camaiore (Lucca), in via Italica, ha travolto sei persone tra cui due studentesse tedesche, entrambe morte.
Quanto riferito dalla testimone sarebbe avvenuto prima che l'auto urtasse i primi pedoni e dopo che la vettura si era fermata a un precedente semaforo di via Italica per poi ripartire. Di quello che è poi accaduto dopo la passeggera non avrebbe ricordo.
In sede di interrogatorio di convalida anche la 44enne ha detto di non ricordarsi nulla di quanto accaduto, neppure di essersi fermata inizialmente al semaforo. Per la donna di origini brasiliane sono stati confermati i domiciliari.
Agli atti, come riporta sempre l'ordinanza, c'è poi la testimonianza di un automobilista che ha riferito di essersi trovato dietro alla Mercedes ad un precedente semaforo, in via Italica all'incrocio con via Trieste, e di averla superata perchè l'auto era rimasta ferma quando era scattato il verde.
Dopo 100 metri la Mercedes, a forte velocità, lo avrebbe superato a destra, procedendo poi anche sul marciapiede. Al successivo incrocio, quello con via Roma dove sono state investite le due vittime e una loro amica, l'auto sarebbe nuovamente salita sul marciapiede.
Successivamente, secondo poi una prima ricostruzione degli inquirenti - i rilievi sono stati condotti dalla polizia stradale - la conducente della Mercedes avrebbe proseguito sempre lungo via Italica senza ridurre la velocità e dopo aver superato a destra una fila di auto e essere salita nuovamente sul marciapiede, all'incrocio con via Colombo avrebbe abbattuto un palo del semaforo e travolto gli altri pedoni che erano lungo il marciapiede.
Per il gip allo stato e in mancanza di risultanze cliniche contrarie sussistono gravi indizi di colpevolezza per i reati contestati. La partenza ritardata al semaforo e quanto riferito dalla passeggera della Mercedes, per il giudice richiedono peraltro necessari approfondimenti neurologici