Un viaggio in India è già di per sé un atto di coraggio, se a questo aggiungiamo delle esperienze estreme è probabile che anche semplicemente leggerne possa suscitare qualche ritrosia. Il subcontinente indiano, però, è così: una terra di spiritualità e misticismo, di fede e sincretismo culturale dove tutto è possibile e niente è veramente comprensibile fino in fondo.
Nel villaggio di Deshnoke, nello stato del Rajasthan in India del nord, il tempio di Karni Mata è una testimonianza straordinaria di questa devozione che mescola dei e animali, preghiere e riti sacri. Costruito nel XV secolo in onore di Karni Mata, una venerata figura spirituale considerata un’incarnazione della dea Durga, il tempio è unico al mondo per i suoi inusuali abitanti. C’è un motivo, infatti, per cui è conosciuto come il "Tempio dei Topi": Karni Mata è abitato da circa 25.000 roditori che scorrazzano liberi tra una stanza e l’altra dell’edificio religioso.
Il tempio è un capolavoro di architettura in marmo bianco ed attraversare le sue porte d’argento decorate ed entrarvi è un’esperienza segnante, che richiede rispetto per le credenze locali. Si accede scalzi come in ogni luogo sacro indiano e si devono lasciare fuori oggetti di pelle. È richiesto, inoltre, che la dea sia omaggiata con regali come dolciumi o fiori, acquistabili sulle bancarelle all’esterno del tempio.
Non appena varcata la soglia d’ingresso si è pervasi da un misto di meraviglia e disgusto, di stupore e ribrezzo. Centinaia di topi, infatti, si muovono liberamente, nutrendosi di latte e cibo offerto dai devoti. Per i credenti i roditori non sono considerati infestanti, ma creature divine da rispettare, tanto è vero che avvistare un topo bianco – raro e ritenuto particolarmente sacro – è considerato un segno di buon auspicio.
Il tempio è diviso in diversi ambienti di cui uno solo è precluso ai turisti: quello della cripta con un altare dedicato alla dea. Qui i fedeli si inginocchiano e offrono doni per ingraziarsi la divinità e molti di loro arrivano al tempio a piedi dopo aver percorso svariati chilometri sotto al sole rovente. Questo fa capire quanto siano venerati i topi e quanto la religione sia intrecciata con la vita quotidiana. È un promemoria potente di come la spiritualità possa assumere forme diverse, invitando chiunque a mettere da parte i propri preconcetti per scoprire l’essenza di una cultura millenaria.