Cinque anni d’investimenti bloccati a causa di un’iscrizione illegittima alla Centrale Rischi della Banca d’Italia. Si è concluso con un lieto fine l’incubo di un imprenditore viareggino, titolare di un’agenzia pubblicitaria, che dal 2019 si è visto negare i finanziamenti richiesti agli istituti di credito senza capirne il motivo. I contorni della vicenda si sono fatti più chiari ad aprile, quando l’imprenditore ha effettuato una visura alla Centrale Rischi, da cui è risultata una segnalazione a sofferenza per poco più di 17mila euro, da parte di una società di cartolarizzazione del credito con sede nel circondario del tribunale di Treviso. Nello specifico, si tratta di una varie società che ogni anno acquistano massivamente e a prezzi irrisori da istituti di credito e finanziarie centinaia di migliaia di posizioni a sofferenza derivanti da finanziamenti, prestiti, mutui e conti correnti.
Tuttavia, la segnalazione non era mai stata preventivamente comunicata all’imprenditore né dalla titolare originaria del credito, né dalle successive cessionarie, in violazione delle norme previste dal Testo unico bancario, dal Condice di deontologia e di buona condotta per i sistemi di informazione creditizia e dalla Circolare della Banca d’Italia che disciplina, appunto, l’iscrizione alla Centrale Rischi.
A quel punto, dopo essersi visto rifiutare due finanziamenti per la propria attività e aver effettuato la visura, l’uomo si è rivolto all’avvocato lidese Federico Pedonese, esperto di contenzioso bancario, al fine di porre rimedio a questa situazione che, di fatto, gli impediva l’accesso al credito e alla liquidità necessaria per poter svolgere la propria attività. Il legale ha immediatamente depositato un ricorso d’urgenza al tribunale di Treviso, in cui – oltre a sottolineare la totale assenza dell’invio del preavviso di segnalazione previsto dalla normativa di settore – Pedonese ha rimarcato che la società cessionaria del credito, come accaduto già in precedenti e analoghi casi decisi dallo stesso tribunale di Treviso, non avendo mai fornito i contratti di cessione del credito litigioso intercorsi dall’originaria titolare all’ultima definitiva cessionaria, non era dunque titolare della medesima posizione, alla luce di quanto stabilito in più ordinanze della Cassazione. E il tribunale di Treviso, per l’ennesima volta, ha dato ragione all’imprenditore illegittimamente segnalato, condannando la società di cartolarizzazione del credito, rimasta contumace per tutto il procedimento, alla rettifica e cancellazione con effetto retroattivo dei dati presenti in Centrale Rischi della Banca d’Italia.
"Si tratta dell’ennesima condanna di una società di cartolarizzazione del credito – commenta l’avvocato – che ancora una volta aveva illegittimamente segnalato uno dei tanti soggetti imprenditoriali all’interno della Centrale Rischi della Banca d’Italia. Fra l’altro, una segnalazione presente dal dicembre 2019 e perdurata interamente sul sistema fino all’anno 2024 che ha impedito al mio assistito di poter accedere al mercato del credito. Con l’avvenuto accoglimento del ricorso da parte del tribunale, l’aspetto ancora più interessante per il mio assistito – prosegue – oltre alla cancellazione della segnalazione negativa con effetto retroattivo, risiede nel fatto che l’imprenditore potrà dunque nuovamente attingere a ulteriori finanziamenti dai vari Istituti di credito, in un momento delicato e difficile in cui, anche accedere a piccoli finanziamenti, è diventato a volte una vera odissea. Ottenuto questo provvedimento, insieme al mio assistito, valuteremo se agire in giudizio per ottenere, se del caso, un risarcimento di tutti i danni patrimoniali ed extra-patrimoniali patiti in questi anni a causa dell’illegittima segnalazione".