La scheggia di una bomba russa che le ha quasi perforato le arterie mentre passeggiava per strada col cane, Veronika, 18enne di Kharkiv, l’ha cucita dentro una bambolina, Vilna, alla lettera “libera”. Quella bambola Veronika – sopravvissuta all’assalto grazie alle cure ricevute dai medici della Fondazione Don Gnocchi di Milano, dove è stata trasferita nell’agosto 2024, grazie ad un canale aperto dal cardinale Matteo Maria Zuppi – l’ha consegnata a Papa Francesco, giovedì durante un’udienza nell’Auletta dell’Aula Paolo VI insieme ad un gruppo di orfane ucraine, adolescenti e bambine dai 6 ai 19 anni.
Ma oltre ad essere un simbolo, di resistenza e di rinascita, “Vilna“ è diventata anche un progetto di solidarietà che la Fondazione Carnevale, che ha dedicato questa edizione della manifestazione alla pace, ha scelto di sostenere. Delle riproduzioni della bambola vengono infatti realizzate, su impulso della sindaca Iryna Karabut della regione di Kharkiv, dai ragazzi e gli insegnanti nei bunker delle scuole del suo territorio, durante le ore di socializzazione. Le bamboline, confezionate a Krasnokutsk, vengono inviate in Italia e distribuite a chi avrà fatto una donazione di almeno 25 euro sul conto aperto in Ucraina.
E dopo essere stata presentata a Papa Francesco, Vilna oggi e domani arriva a Viareggio, alla Cittadella, grazie all’associazione “La Memoria Viva”, che ha promosso un’iniziativa umanitaria, che ha permesso, grazie all’ospitalità della Cei, l’accoglienza in Italia di alcune bambine vittime del conflitto ancora in corso. "Tutte hanno perso i genitori ma anche la libertà, hanno perso i colori della vita e sono costrette a vivere in bunker e orfanotrofi", ha raccontato ai media vaticani Claudia Conte, giornalista, scrittrice e attivista, referente dell’Associazione Memoria Viva.