Gli occhi bassi, puntati come le lancette sulle 6,30. Fissi a indagare lo struscio di mani a passeggio nelle vie dello shopping. Seguendo ogni movimento: indicare le vetrine del lusso, brindare nei locali esclusivi, guidare le auto da sogno. È così – cercando di confondersi tra i turisti per trovare un tesoro col cinturino – che la banda andava a caccia di orologi preziosi, di Rolex, Patek Philippe o Audemars Piguet, tra Forte dei Marmi, Marina di Pietrasanta e Santa Margherita Ligure. Dove si incontra la moderna borghesia.
Lo hanno ricostruito i carabinieri del comando di Forte dei Marmi dopo un’indagine serrata – fatta di appostamenti, e poi scandagliando infiniti minuti di immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza, incrociando tabulati telefonici e così via – che ha portato all’arresto di tre persone, ritenute responsabili di almeno sette scippi di orologi preziosi, per un valore complessivo di circa 400mila euro. Il modus operandi dei malviventi, come detto, era sempre lo stesso: sceglievano le loro vittime andando a passeggio lungo le vie del centro delle blasonate località turistiche, le seguivano a piedi fino a raggiungere vie poco trafficate, ed è lì che le aggredivano strappandogli gli orologi dal polso per poi allontanarsi velocemente lungo le vie circostanti, dove il complice li recuperava con una vettura presa a noleggio con documenti che sono poi risultati falsi. Ladri non solo determinati, ma anche e violenti visto che in alcuni casi è stata opposta resistenza e non hanno esitato nel gettare con violenza a terra la loro vittima, provocando ferite e molto spavento. Sono almeno sette i casi contestati dai carabinieri di Forte dei Marmi, a seguito dei quali i malviventi sono stati individuati quali autori di furti di orologi per un valore totale di circa 400mila euro. Al termine di una laboriosa indagine condotta con la paziente visione di numerosi filmati della videosorveglianza sia comunale che privata, oltre all’analisi di tabulati telefonici e riscontri oggettivi rilevati sul posto, i militari sono riusciti a identificarli fino ad ottenere nel loro confronti le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Lucca. La banda era composta da ragazzi sotto i 30 anni, tutti di origine marocchina, irregolari nel territorio nazionale e senza fissa dimora, ospitati da amici e parenti di Milano e Pinerolo (To), luogo dal quale partivano per compiere i colpi per poi tornare a bordo di mezzi presi a noleggio con documenti risultati poi falsi.
Il primo ad essere arrestato è stato un marocchino di 21 anni che si è visto notificare, lo scorso aprile, l’ordinanza con pesanti accuse nei suoi confronti. Ieri mattina i carabinieri, in collaborazione con il personale dell’ufficio interforze “Servizio di cooperazione internazionale di polizia” (Scip) dei centri di cooperazione polizia e dogana di Ventimiglia e di Roma, sono riusciti a rintracciare i complici, due marocchini di 27 e 22 anni, il primo a Gassin in Francia e il secondo a Topas in Spagna, entrambi arrestati in forza del mandato di cattura europeo emesso a loro carico e richiesto dagli stessi carabinieri. Come sempre avviene in questi casi, infine, gli indiziati sono da ritenersi presunti innocenti fino a definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile di condanna all’esito del procedimento penale.