È la notizia (ghiotta) che rimbalza ormai da settimane: “La Capannina“ è stata venduta. Ma patron Gherardo Guidi ieri sera in una telefona a La Nazione ha smentito: "Sono solo chiacchiere, forse alimentate dal fatto che, grazie a Dio, lavoriamo e tanto". Del resto non è la prima volta che se ne parla. "Le voci circolano perché non sono più un ragazzo. Sono un settantenne stagionato, domani è un altro giorno e si vedrà" rispose Guidi sempre a La Nazione a metà agosto. E aggiunse che "avrebbe valutato comunque la cosa, se fosse arrivata una proposta adeguata".
La conferma al momento non c’è, ma il tam tam in paese è di quelli clamorosi: secondo i bene informati a rilevare il locale più storico d’Italia sarebbe la catena Cipriani, la società nata nel 1931 specializzata in hotel e tempo libero domiciliata in Lussemburgo che possiede e gestisce ristoranti e club di lusso in tutto il mondo, tra cui l’Harry’s Bar a Venezia e l’ex Rainbow Room a New York City. Proprio dall’Harry’s bar Giuseppe Cipriani cominciò una storia imprenditoriale di successo, facendo di quel luogo il punto di incontro di scrittori, pittori, artisti, aristocratici: poi quel marchio, specializzato in cucina italiana semplice e tradizionale, è diventato sinonimo di lusso nel mondo (il ’Cipriani’ a Monte Carlo è di Flavio Briatore). A Forte dei Marmi si fanno anche le cifre della ventilata compravendita: ben 10 milioni di euro per rilevare la Capannina, simbolo della Versilia da bere e delle notti d’estate dal sapore evergreen. Altre offerte sarebbero arrivate da Ferragamo e Prada. Che da tempo il patron Guidi fosse aperto a proposte per rilanciare la discoteca non è certo un segreto, tanto che anche un imprenditore locale aveva valutato la possibilità di prendere la Capannina, tempio del divertimento di sicuro successo ma con l’unica incognita della Bolkestein a minarne le prospettive. Poi ogni dialogo è caduto nel vuoto anche perchè Gherardo Guidi e la moglie Carla, alla fine hanno sempre resistito ad ogni tentazione di lasciare il timone di quel luogo del cuore al quale hanno dedicato una vita intera.
Un locale dalle tante potenzialità, oggi in parte inespresse, come la scelta di sospendere l’attività di ristorante per concentrare l’offerta unicamente sulla discoteca-pianobar rinunciando quindi a vivacizzare il piano superiore. Una decisione messa in pratica dopo la pandemia, periodo spartiacque che ha segnato un po’ la recente storia del locale, per la prima volta costretto anche a chiusure forzate per problemi di ordine pubblico. Nonostante tutto però la famiglia Guidi con coraggio ha sempre garantito una programmazione annuale in una Versilia che in inverno spengeva i riflettori e si adagiava sugli incassi della stagione. L’avvento del gruppo Cipriani – se confermato – significherebbe l’arrivo di un nuovo marchio, solido e di lusso, pronto a credere fortemente nel paese. Ma pure l’addio a chi quella storica Capannina l’ha tenuta in vita, adeguandola ai tempi senza sacrificarne l’allure senza tempo.
Francesca Navari