Era un modo di dire che non era solo toscano. Se ti vuoi divertire nei locali più belli e attraenti devi andare in Versilia. Ma la Versilia è stata sempre considerata una capitale del divertimento non solo italiano bensì internazionale e non potevi vantarti di essere una star della musica se non ti invitavano a suonare e a cantare nella striscia di mare che andava da Viareggio a Forte dei Marmi e sconfinava anche in zona apuana da Oliviero. A metà del secolo scorso erano oltre sessanta i ritrovi più o meno grandi e famosi. Ora sono rimasti la Capannina di Franceschi e la mitica Bussola (peraltro chiusa da mesi) lanciata da Bernardini e poi di proprietà della famiglia Guidi come la Capannina.
Alla Bussola sono sfilate le vere star planetarie. Per la Versilia by night ci fu un nuovo boom negli anni Novanta, poi la crisi ha falcidiato tanti locali che ora sono nel mondo dei ricordi. Un libro che sfogliamo insieme. Partendo da una premessa. Negli anni Sessanta i locali prevedevano una serata in molti casi elegantissima che partiva con la cena raffinata, le attrazioni e poi il ballo. Anche cinque orchestre in pedana in una sola notte alla Bussola. Col tempo i locali sono diventati ascolto e ballo. Soprattutto dance nelle sue declinazioni.
Due furono le scelte di Renzo Sacchetti che da giovane barman diventò proprietario. Il Victoria a Focette, già Saint Louis, fu preso in gestione da Renzino nel 1985 in società con Alfredo Montaresi e il figlio Gianluca. Lanciò feste di tendenza come lo ‘Zibaldone’ condotto dal dj Marco Bresciani. Poi Sacchetti si trasferì nell’entroterra acquisendo il Papillon a Piano di Mommio, all’epoca Kiss. Portò in scena tra gli altri Edoardo Vianello, Bobby Solo, Riccardo Fogli, Mal, Franco Califano, Don Backy, i Ricchi e Poveri.
All’uscita del casello Versilia furoreggiava quella la prima bio- discoteca italiana disegnata dall’architetto Tiziano Lera per la famiglia Galeotti su 4000 mq di parco. La Canniccia ha ospitato in consolle anche Bob Sinclar.
Non tutti sanno che l’area dell’attuale Twiga a Marina era in origine una delle prime discoteche con musica house in Versilia: la Cicala. Che prima si era chiamata Pop In ed Ikebana. La particolarità era la pista sotto il piano del locale. Era sinonimo di trasgressione e tendenza. Successivamente divenne Vogue e poi Vague. Di nomi ne ha cambiati anche il locale che è stato chiuso con il marchio Midhò, sul lungomare del Forte. Una creatura di quel signore della notte che era Alberto Cavallini, anche lui da barman diventato imprenditore. Tutto ebbe inizio con la Caravella, anno 1971. Due anni dopo l’incendio che la distrusse ma Cavallini non si perse d’animo e la ricostruì. Qui ha mosso i primi passi Giorgio Panariello. Il 2 luglio 1992 la trasformazione in Midhò. L’attività era su due piani e nel 1996 al piano terrà venne realizzato il progetto Kupido con Sandro Pozzi in consolle. Il Midhò fine anni Ottanta lanciò la lambada e la festa di Halloween.
Una storia movimentata l’ha avuta anche il Carillon che era già famoso negli anni ruggenti con proprietario Gherardo Guidi che conobbe così la Versilia prima di trionfare con Capannina e Bussola. Il Carillon fu teatro di una notte pazza di Sylvester Stallone all’apice del suo successo. Poi la trasformazione in Faruk con Armando Casodi e quindi l’ultima chance come Fever. Ora il Faruk è aperto solamente come stabilimento balneare. Sul lungomare di Marina di Pietrasanta sono andate in scena le stagioni del Dive conosciuto anche con i nomi di Tresor, Tiamo e Shà. Aveva 3 sale discoteca e un’area ristorante con atmosfere ambient e chill out.
Viriamo a sud ed entriamo in Lido di Camaiore. Di nomi e gestioni ne ha cambiate tantissime il locale che iniziò con il brand Tucano. Poi si è poi declinato con i nomi di Bottoms Up, Agorà, Nabilia, Goss, Extè, Baronette Club, Kokko Beach per tornare nuovamente Tucano.
Un vero e proprio mito al Lido è stato il tendone di Bussoladomani, ennesima intuizione geniale di Sergio Bernardini. Qui Mina nel 1978 chiuse la sua carriera live. Ora è un parco con area concerti dove vive la Prima Estate targata dalla premiata ditta D’Alessandro&Galli. Sempre al Lido ma ai confini di Viareggio sulla Fossa dell’Abate il Cavalluccio Marino ha fatto divertire tutti da fine anni Sessanta fino agli Ottanta. In consolle Giorgio Giordano. A pochi metri di distanza ma a Viareggio c’era il Piper succursale di quello di Roma che lanciò Patty Pravo e ospitò in una magica estate anche i giovani Genesis. Arrivavano da Roma e da Milano per ballare una sola notte al Kama Kama, sulla provinciale per Camaiore. Prima era conosciuto come Linus e Spazio 213 ma con il progetto Kama Kama fu capace di diffondere la house molto spinta. Anche in questo caso fu un incendio (ottobre 2012) a chiudere forzatamente un’esperienza indimenticabile.